In Evidenza Legge di bilancioOpen ArmsTony Effe
ATTUALITÀCoronavirusSanità

Numeri più bassi? Anzi. Per Anelli (Ordini dei medici) «ospedali sotto assedio: manca poco per il collasso»

17 Novembre 2020 - 10:01 Giada Giorgi
«Ovunque partono segnalazioni di ospedali sotto assedio, malgrado l’attivazione di nuovi posti letto». Il presidente della Federazione nazionale dei medici lancia l’allarme per i prossimi 15 giorni

File di ambulanze davanti gli ospedali in attesa di poter portare a destinazione i malati, letti contati nei reparti già da inizio pomeriggio, soluzioni di fortuna e sanitari allo stremo. Da Roma a Milano, dalla Calabria alla Valle d’Aosta, lo scenario non cambia. I ricoveri per Covid-19 sono ancora un grosso problema, che l’attuale sistema sanitario non è più in grado di affrontare. «Ovunque partono segnalazioni di ospedali sotto assedio, malgrado l’attivazione di nuovi posti letto».

Il dottor Filippo Anelli, presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici, non solo tiene conto di una situazione attuale altamente preoccupante ma capisce bene cosa succederà da qui alle prossime due settimane. I numeri degli ultimi bollettini hanno fatto gridare spesso al rallentamento, alla possibilità di un’uscita concreta dal picco della seconda ondata. Ma guardando oltre le porte dei reparti ospedalieri molte cose fanno pensare che non sia proprio così.

I numeri

L’incremento dei nuovi positivi ha subìto un calo raggiungendo però una media che al momento non riesce a staccarsi dai 30.000 casi al giorno. Un numero che si traduce in circa altri 800 posti letto occupati quotidianamente a causa di SARS-Cov-2. Va da sé che anche il minimo segnale di decrescita dei ricoveri non permette attualmente alle strutture di vedere la luce in fondo al tunnel e che la previsione per i prossimi 15 giorni formulata da Anelli e dallo stesso Galli nelle ultime ore, verrà confermata anche dalle cifre.

Se l’incremento dei posti occupati in ospedale da pazienti Covid-19 resterà costante, saranno circa 4.780 i letti occupati in terapia intensiva da pazienti Covid-19, il 20% in più del picco più alto mai registrato in Italia il 3 di aprile. «C’è sì un rallentamento dei ricoveri, ma non è tale da evitare che il sistema sanitario vada fuori controllo» continua Anelli. «Già oggi non è possibile assistere i pazienti di altre patologie come si dovrebbe, perché l’attenzione è tutta concentrata sul Covid. In due settimane, con questo ritmo di crescita, negli ospedali, in molte regioni, ci saranno notevoli problemi».

Continua a leggere su Open

Leggi anche:

Articoli di ATTUALITÀ più letti