Verso la riapertura di ristoranti e negozi in zona rossa: le tappe del nuovo Dpcm per salvare il Natale. Da domani Puglia a rischio lockdown
Le prossime 48 ore potrebbero essere decisive per capire se e come il prossimo Natale vedrà qualche allentamento nelle misure di contenimento alla pandemia di Coronavirus. L’appuntamento più atteso di giornata è la nuova riunione tra governo e Regioni, prevista per le 16 di questo pomeriggio. Domani, venerdì 20 novembre, salvo slittamenti sarà il giorno del nuovo report dell’Iss sui livelli di rischio delle varie regioni, che potrebbe portare a nuove zone rosse, ma sul quale sperano anche diversi governatori, che puntano almeno a qualche riapertura provinciale, come previsto anche dall’ultimo Dpcm. Si marcia quindi a tappe forzate in vista del 3 dicembre, giorno della scadenza del provvedimento del presidente del Consiglio dopo il quale ne dovrebbe arrivare un altro, che segnerà inevitabilmente il periodo delle festività natalizie.
Incontro tra governo e Regioni
Tra i governatori che giocano in anticipo e annunciano le prossime mosse già prima del report dell’Iss e l’esecutivo, che prova a raccogliere consenso intorno alle misure per vivere un cauto Natale, alle 16 di oggi si incontrano governatori ed esecutivo. I ministri alla Salute Roberto Speranza e quello per gli Affari regionali Francesco Boccia hanno indetto la riunione, ma sono i presidenti di Regione ad avanzare le prime proposte: vogliono che si riducano da 21 a 5 i parametri per stabilire le zone rosse e chiedono un allentamento delle misure per i pubblici esercizi. Intanto, il governatore dell’Abruzzo Marco Marsilio, senza aspettare le valutazioni del ministero, ha deciso di far passare la sua regione nelle zone rosse.
Anche Michele Emiliano, presidente della Puglia, ha deciso di chiudere le province di Foggia e della Bat. La sua regione, tuttavia, è tra quelle segnalate prossime al lockdown. A rischio anche il Veneto di Luca Zaia che, secondo alcune indiscrezioni, potrebbe passare da zona gialla ad arancione. La decisione di Emiliano, con valore provinciale e non regionale, anticipa uno dei temi della riunione odierna: la richiesta di alcuni sindaci, fatta propria da molti governatori, è quella di prevedere zone rosse di carattere provinciale, consentendo le riaperture in quelle province dove i parametri del contagio sono positivi.
Cosa cambierà dopo il 3 dicembre?
Puglia, Basilicata e Liguria, da arancioni a rosse, e Veneto, da gialla ad arancione, sono le regioni che rischiano nuove restrizioni a partire dal 20 novembre. Ma la partita del governo si sposta in realtà alla data di scadenza del Dpcm vigente. Sono almeno due le ipotesi messe in cantiere per il 3 dicembre. La prima, la più semplice, prevederebbe una proroga delle misure attuali per altri 15 giorni, in modo da flettere ulteriormente la curva epidemiologica in vista della settimana natalizia. Ma è difficile che i territori accetteranno le restrizioni attuali per altre due settimane: Lombardia e Piemonte hanno già anticipato l’intenzione di uscire dalla zona rossa il 27 dicembre, invocando la possibilità di “liberare” alcune province.
Inoltre, lo stesso coordinatore del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo, ha dichiarato a Porta a Porta che i settori del commercio e della ristorazione «il 4 dicembre potranno tornare a una seminormalità». Allora appare più facilmente percorribile la seconda ipotesi, ovvero prendere atto che la maggior parte delle regioni potrebbe trovarsi in fascia gialla o arancione e consentire un rilassamento delle restrizioni per negozi, bar e ristoranti. Dopo aver garantito delle entrate economiche in uno dei periodi più redditizi dell’anno, si potrebbero reintrodurre nuove chiusure un attimo prima delle feste, tra il 21 e il 22 dicembre.
Deroghe per negozi, bar e ristoranti. Coprifuoco posticipato
Nonostante il ministero della Salute continui a ritenere precoce ogni discussione sul Natale e lo shopping correlato alla festività, le regole per negozi, bar e ristoranti sono al centro della trattativa tra governo e Regioni. Se i dati della curva epidemiologica saranno positivi, è probabile che dal 4 dicembre subentreranno alcune deroghe per le attività rivolte al pubblico. Ad esempio, anche se formalmente ancora in zona rossa, alcune tipologie di negozi potrebbero riaprire ai clienti. I governatori, in generale, vorrebbero la riapertura dei centri commerciali nel fine settimana e il ritorno al servizio al tavolo, la sera, per bar e ristoranti delle zone gialle.
Per far ciò, sono tornate in auge le discussioni relative al limite di commensali, quattro o sei per tavolo. C’è chi preme affinché anche nelle zone arancioni si possa, in una fascia oraria ridotta, tornare ad accogliere i clienti all’interno dei propri locali. I negozi potrebbero estendere l’orario di apertura per avere un afflusso di clienti più scaglionato nel tempo. Per pranzi e cena a casa, invece, il governo è orientato a fornire ai cittadini più una lista di raccomandazioni che di divieti, con un occhio di riguardo verso gli anziani. Le nuove regole potrebbero riguardare anche il coprifuoco che, come riporta il Corriere, dovrebbe slittare di una o due ore.
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