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Coronavirus, l’Ue pagherà 8,4 miliardi di euro per i primi vaccini: le cifre dell’accordo su 425 milioni di dosi. L’Oms sconsiglia il Remdesivir per i malati gravi

20 Novembre 2020 - 07:45 Redazione
Un funzionario dell’Unione europea ha svelato le cifre che l’Europa ha strappato alle società farmaceutiche per le prime dosi dei vaccini: la Pfizer venderà il suo farmaco per 15,50 euro a dose, Moderna a 10 euro. L’Oms pubblica nuove linee guida sulla scarsa efficacia dell’antivirale esaltato da Donald Trump

Unione europea

EPA/BIONTECH SE | Uno dei laboratori della società farmaceutica BioNTech a Mainz, in Germania

Ammonta finora 10 miliardi di dollari, 8,4 miliardi di euro, la spesa prevista dall’Unione europea per l’acquisto di centinaia di milioni di dosi del vaccino contro il Coronavirus. In attesa del via libera sui primi due farmaci, che secondo indiscrezioni potrebbe arrivare dall’agenzia del farmaco europea (Ema) entro la fine del 2020, un funzionario dell’Ue coinvolto nella trattativa con le società farmaceutiche ha rivelato all’agenzia Reuters citata dal Guardian i dettagli sui costi dei vaccini di Pfizer-BioNTech e CureVac della Moderna.

Secondo la fonte Ue, l’accordo in blocco per l’acquisto di 200 milioni di dosi prevede il pagamento di 15,50 euro per ciascuna dose del farmaco di Pfizer. La prima tranche dovrebbe quindi costare all’Europa circa 3,1 miliardi di dollari, che può salite a 4,65 miliardi di dollari nel caso di acquisto di altri 100 milioni di dosi, già previsto negli accordi preliminari. Per quanto riguarda il vaccino CureVac, l’Ue ha accettato di pagare separatamente 10 euro a dose nella fornitura iniziale di 225 milioni di dosi, risparmiando due euro a dose rispetto al prezzo iniziale stabilito dalla società Moderna.

Oms

Ansa | Il direttore generale dell’Oms Tedros Adhanom Ghebreyesus

Secondo l’Oms, il Remdesivir non dovrebbe essere usato negli ospedali per curare il Coronavirus finché almeno non ci saranno prove evidenti della sua efficacia. L’antivirale già usato contro l’Ebola era stato particolarmente esaltato anche da Donald Trump, che lo avrebbe assunto durante il ricovero dopo essere risultato positivo al virus. Proprio il presidente Usa a luglio scorso aveva deciso di acquistare l’intero stock mondiale del Remdesivir destinato agli ospedali americani.

Ma nelle linee guida dell’Oms, pubblicate sul British Medical Journal, viene riportata un’indagine svolta su pazienti ricoverati in diversi Paesi nel mondo dalla quale è emerso che i malati gravi che avevano preso il Remedesivir non avevano più probabilità di sopravvivere rispetto a quelli che non ne facevano uso. Al momento, spiega l’Oms, il Remdesivir risulta ancora particolarmente costoso ed «eventuali benefici, se esistono, sono probabilmente piccoli, pur rimanendo la possibilità di danni importanti» dopo che viene assunto con trattamento endovenoso.

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