L’indice Rt in calo a 1,18. Ma l’Iss avverte: «Ancora 17 Regioni ad alto rischio». Locatelli: «Vaccino? Sarà in sicurezza, basta polemiche»
L’indice Rt è in calo. A riportarlo è il monitoraggio settimanale sull’emergenza Covid-19 dell’Istituto Superiore di Sanità, in collaborazione con il ministero della Salute. Il report osserva come l’indice di trasmissibilità calcolato sui soli casi sintomatici è pari a 1,18, valore che nel monitoraggio scorso era stato registrato a quota 1,43. Mentre nella maggior parte delle Regioni e province italiane si riscontrano valori medi tra 1 e 1,25. Un dato che in altri territori italiani è sceso sotto l’1. La Basilicata si classifica come la regione con Rt più alto con 1,46. Seguono Abruzzo (1,32), Toscana (1,31) e Friuli Venezia Giulia (1,27). Nella parte più bassa della classifica invece Sardegna, con un Rt di 0,79, e Lazio con lo 0,82. Secondo quanto raccomandato dall’Istituto Superiore di Sanità, il calo complessivo dell’indice però «non deve portare ad un rilassamento o abbassamento dell’ attenzione nei comportamenti».
Un messaggio che anche il professor Brusaferro ha tenuto a ribadire durante la conferenza stampa di oggi 20 novembre: «Non dobbiamo cantar vittoria perché il nostro obiettivo è portare l’Rt sotto l’1 in tutte le Regioni. Una crescita, anche lenta non è quello che oggi possiamo perseguire».
17 le Regioni ad alto rischio
Friuli Venezia Giulia, Molise e Veneto sono le uniche tre regioni attualmente definite «a rischio moderato» che mostrano però «una probabilità elevata di progredire a rischio alto nel prossimo mese». Attualmente dunque sono 17 le Regioni classificate ad alto rischio di epidemia non controllata, con un impatto su servizi assistenziali e nuove diagnosi che, come riporta la bozza, «continua a mantenersi su livelli critici».
A questo proposito anche il professor Giovanni Rezza è stato piuttosto chiaro: «L’incidenza è ancora molto elevata, parliamo di oltre 700 casi ogni 100mila abitanti. Il tempo di raddoppio certo è rallentato ma i casi sono ancora alti e con loro la pressione negli ospedali». Il messaggio di Rezza è lo stesso di quello trasmesso in conferenza dal professor Locatelli: «La discesa dei numeri di trasmissione ci danno la conferma anche questa settimana di un rallentamento ma bisogna ora tenere i nervi saldi», ha sottolineato, riferendosi soprattutto alle misure restrittive che nei prossimi giorni sarà comunque necessario mantenere con rigore.
Aumento di casi diffuso in tutto il Paese
Secondo il monitoraggio settimanale dell’Iss, quello registrato sui contagi è un ulteriore incremento diffuso su tutto il territorio nazionale, con un tasso di incidenza pari a 723,6 per 100mila abitanti negli ultimi 14 giorni. Un dato in evidente aumento se si confronta con il tasso riscontrato dal 26 ottobre all’8 novembre, pari a 648,3.
18 Regioni oltre la soglia dei ricoveri
Nel report, l’Iss spiega anche che, al 17 novembre, 18 Regioni avevano superato almeno una soglia critica in area medica o terapia intensiva. Se si mantenesse l’attuale trasmissibilità, quasi tutte le Regioni avrebbero una probabilità maggiore del 50% di superare almeno una di queste soglie entro un mese. «L’aumento continuo delle persone con Covid-19 ricoverate negli ospedali», spiega l’Istituto, «implica un’inevitabile erosione delle risorse per l’assistenza ai pazienti con altre malattie».
Cresce l’età mediana
L’età mediana è lentamente in crescita raggiungendo i 70 anni. U numero che è ancora sotto le soglie raggiunte nel periodo di febbraio e marzo ma, secondo quanto riportato dal prof. Brusaferro, «che vede coinvolgere a pieno titolo nell’epidemia la quota di persone sopra i 70 anni».
«Il vaccino sarà sicuro»
Sul tema vaccino è stato il professor Locatelli a voler rispondere in conferenza alle polemiche e agli scetticismi espressi nelle ultime ore. «Sono state dette delle oscenità, e in un Paese dove non di rado si mostrano ostilità nei confronti delle strategie vaccinali in generale, dobbiamo pensare bene alle affermazioni che si fanno». Il riferimento del professore è sulle dichiarazioni di dubbia sicurezza che i vaccini, ora ancora candidati alla diffusione, potrebbero garantire una volta approvati. «I profili di sicurezza dei vaccini che verranno resi commercialmente disponibili» ha chiarito Locatelli, «stanno seguendo e seguiranno degli step ineludibili garantiti dalle agenzie regolatorie più importanti». Efficacia ma anche sicurezza dunque su cui il professore ha invitato a non dubitare: «Tutti i vaccini resi disponibili in Italia avranno caratteristiche di sicurezza rispondenti alla tutela di ogni individuo».
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