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I numeri in chiaro, Pregliasco: «37mila contagi al giorno? Sottostimati, sono molti di più. Attenzione alle rimpatriate di Natale»

20 Novembre 2020 - 20:21 Fabio Giuffrida
Per il direttore sanitario dell’istituto Galeazzi di Milano «dovremmo aumentare il numero di tamponi, che oggi sono 238mila. I casi potrebbero essere almeno una volta e mezza o due di più rispetto ai 37mila di oggi»

«L’Rt si abbassa ma i contagi salgono? È normale, non siamo ancora sotto la soglia di 1, quindi i casi continueranno ad essere molti anche a novembre. I decessi, invece, oggi sono 699: si tratta di un problema legato alla diffusione del virus nel mese di ottobre. Temo, infatti, che avremo valori ancora così alti almeno per un’altra settimana. L’aspetto positivo è che si iniziano a vedere gli effetti del Dpcm anti-Coronavirus e i segnali sono buoni. Siamo riusciti ad abbassare la parte esponenziale della curva, dobbiamo continuare su questa strada». Sono queste le parole di Fabrizio Pregliasco, epidemiologo e direttore sanitario dell’istituto Galeazzi di Milano.

«L’obiettivo è scendere sotto quota 30mila casi al giorno»

Anche se si inizia a intravedere una luce in fondo al tunnel, il numero dei contagi è ancora alto e potrebbe essere sottostimato per Pregliasco: «Oggi sono 37.242. Non credo arriveremo a 40 mila ma si spera nei prossimi 10 giorni di scendere sotto quota 30 mila. Chiaramente è una speranza. Certo, è anche vero che, perdendo la capacità di tracciamento, dovremmo aumentare il numero di tamponi, che oggi sono 238 mila. Rischiamo, infatti, di avere una sottostima dei casi reali. Potrebbero essere almeno una volta e mezza o due di più rispetto ai 37 mila di oggi».

Un Natale sobrio

«Non dobbiamo sfruttare tutte le libertà che ci verranno concesse (in vista del prossimo Dpcm, ndr). Per Natale sarà necessario stare molto attenti alle rimpatriate, ai viaggi, allo shopping. La “fregatura” è proprio quella delle riunioni di famiglia visto che il 70% dei casi avvengono in famiglia», ha spiegato Pregliasco a Open.

I vaccini e la terza ondata

«Per i vaccini, invece, sarà necessario attendere ancora un anno, solo in quel momento ci sarà una copertura del 60-70% (prima, infatti, verranno vaccinate le fasce più a rischio e quelle più deboli, dagli anziani agli operatori sanitari, ndr). Al momento ci aspetta un inverno duro e non si può escludere una terza ondata. Tutto dipenderà da noi», ha aggiunto. In queste settimane in diverse aree, come la Lombardia, «le strade sono ancora piene ed è oggettivamente difficile anche controllarle. Dunque, non si può abbassare la guardia: serve buonsenso», ha concluso.

Grafiche di Vincenzo Monaco

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