Trump sa di aver perso e mina a colpi di fake news l’arrivo di Biden con un obiettivo: le prossime elezioni
Donald Trump sta reagendo come un partner tradito e vendicativo, il cui unico scopo è quello di denigrare a tutti i costi il nuovo rapporto dell’ex con il nuovo partner, in questo caso Joe Biden. Le più autorevoli testate americane accusano il Presidente uscente di voler «sovvertire le elezioni» per rimanere in carica. Ma continuare a credere che Trump sia convinto di aver vinto nonostante l’evidente assenza di prove a sostegno dei fantomatici brogli è un errore: l’obiettivo è porre degli ostacoli alla prossima amministrazione Biden e mantenere alta la carica emotiva dei suoi fan per iniziare una lunga ed estenuante campagna elettorale fino al 2024 a colpi di fake news, azioni legali permettendo.
Parte di questo «gioco sporco» è il licenziamento di Christopher Krebs, il responsabile della Sicurezza informatica nazionale che aveva rigettato le accuse di brogli garantendo l’integrità del voto. Non poteva fare altrimenti, non essendoci prove, non poteva mentire e per questo era consapevole della cacciata.
Che sia in atto un’epurazione degli infedeli? Kerbs si aggiunge alla lista dei funzionari «silurati» da ruoli chiave, tra questi c’è il capo del Pentagono Mark Esper, già intenzionato a dimettersi. Benché certi movimenti fossero già nell’aria in caso di un secondo mandato, risulta scorretto che Trump avvii un «cambio della guardia» posizionando i suoi fedelissimi dopo la sconfitta. Secondo il Washington Post, dietro questa operazione pare esserci l’ex giocatore di Football Americano e capo del personale della Casa Bianca sotto l’amministrazione Trump, il trentenne Johnny McEntee.
Le «fake news» per le quali viene bollato da Twitter, diventando costante argomento di discussione, risultano funzionali per «parlare d’altro» e mantenere caldi i sostenitori. Tutto ciò nonostante la stessa fanbase stia perdendo i suoi influencer principali, soprattutto quelli mediatici a partire da Fox News. Un ultimo e pesante colpo subito dai trumpiani è l’attacco del conduttore Tucker Carlson agli avvocati di The Donald, accusati di non avergli fornito alcuna prova dei fantomatici brogli.
Gli avvocati di Trump sono in difficoltà. Tralasciando la brutta figura di Giuliani e il «sudore nero» ripreso dalle telecamere durante una recente conferenza stampa, Sidney Powell ha cercato di fornire una risposta al conduttore di Fox News che risulta ancora di più desolante: le prove le avrebbero mostrate, accusando il conduttore di non averle viste. C’è un problema: quelle che chiamano «prove» non dimostrano alcunché.
La critica di Tucker Carlson è legittima: aveva assistito alla conferenza stampa di Giuliani e Powell. «Molti americani credono che queste elezioni siano state truccate» riporta l’articolo pubblicato sul sito di Fox News con le dichiarazioni di Tucker, ma il punto dolente che gli preme sottolineare è che «ci credono». Tucker dimostra di aver seguito tutti i 90 minuti della conferenza stampa, al contrario di ciò che potrebbe sostenere Powell. Forse è lei quella che avrebbe dovuto leggere l’articolo pubblicato su Fox News per rendersi conto di come i sostenitori di Trump, come lo stesso Tucker, si trovino in difficoltà a difendere su tutta la linea la battaglia legale.
Tucker è in buona compagnia, in un certo senso, anche altri giornalisti vorrebbero avere risposte solide da parte dell’amministrazione uscente. Giornalisti che non ne possono più, visto come hanno risposto al vice Presidente Mike Pence che ha concluso la conferenza stampa di ieri sera senza rispondere ad alcuna domanda dei presenti in sala: «State minando le elezioni democratiche!» aveva urlato Hunter Walker, corrispondente di Yahoo News.
Trump e i suoi sanno di aver perso, ma anziché ammettere la sconfitta continuano a sostenere una fantomatica teoria in assenza di prove pur di mantenere vivo il proprio elettorato facendosi passare per martire del complotto democratico. La sua intenzione, già dichiarata, è di presentarsi alle prossime elezioni minando l’intera amministrazione Biden. Di certo non oserà mai sostenere che sia un pedofilo, come invece sostiene la sua fanbase: del resto non ha prove nemmeno per sostenere tale accusa e rischierebbe non poco a livello legale. Trump non è un pagliaccio, è pericoloso e non bisogna sottovalutarlo.
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