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Coronavirus, Massimo Boldi “confuso” sulla Covid-19 è un testimonial adatto?

21 Novembre 2020 - 07:20 David Puente
Così l’attore, ora arruolato dalla Regione Lombardia, aveva diffuso informazioni scorrette sul virus attraverso la sua pagina Facebook

«Mister Cipollino» Massimo Boldi è diventato testimonial della Regione Lombardia per promuovere gli interventi a sostegno delle categorie colpite dalla crisi economica scaturita dalla Covid-19. Un’iniziativa di 167 milioni di euro a sostegno delle imprese, dei lavoratori con e senza partiva Iva che si trovano in difficoltà, ma siamo sicuri che abbiano scelto il testimonial adatto? In un’intervista rilasciata a Repubblica lo scorso 6 settembre, Massimo Boldi cercava di spiegare i suoi dubbi sulla Covid-19 ritenendosi «scettico» e non «negazionista». Tra le sue fonti principali Alberto Zangrillo, il quale gli avrebbe detto che il virus era «più debole» facendogli dubitare sulla realtà dell’emergenza Covid-19: «Ti viene da pensare che possa essere una montatura generale. Io vorrei risposte certe: o bianco o nero». Boldi, in questo caso, è un personaggio pubblico che ha espresso molte perplessità e riportato anche disinformazione sulla Covid-19.

«C’è una confusione generale che mi agita. Allora preferisco dire che non credo a questo virus, perché si sentono troppe cose in giro. Datemi sicurezze», dichiara Massimo Boldi nell’intervista a Repubblica. Una confusione generale generata proprio dalla disinformazione sul virus, da chi non credeva che arrivasse in Italia passando a chi, invece, sosteneva che si potesse curare con la vitamina C o la vitamina D. Immaginate la confusione che aveva creato proprio Zangrillo quando dichiarò che il virus «clinicamente non esiste più», ma non solo lui. Cipollino domanda cosa voglia dire essere positivi asintomatici, esprimendo la sensazione che neanche gli scienziati abbiano certezze. In verità degli asintomatici sappiamo molto, dal fatto che possono contagiare gli altri e che possono subire danni a cuore e polmoni a causa del virus. A sostegno di queste affermazioni non c’è un’opinione di un medico o scienziato di turno, ma ricerche scientifiche pubblicate su riviste autorevoli sottoposte a peer review.

La video diretta in cui Boldi affermava: «Se uno ha un po’ di febbre non ha il coronavirus, non ha niente, ha solamente il raffreddore»

Anche Massimo Boldi, però, ha contribuito a questa infodemia. Lo ha fatto con un video pubblicato in diretta sulla sua pagina Facebook il 26 settembre, sostenendo quanto segue:

Buongiorno. Mi faccio una domanda, faccio una domanda a chi ascolta questo messaggio. A che cosa serve provare la febbre? Cosa serve provare la febbre? Stiamo entrando in autunno dove, con l’autunno, è facile avere il raffreddore, avere un po’ di influenza ed avere un minimo di febbre. Se uno ha un po’ di febbre non ha il coronavirus, non ha niente, ha solamente il raffreddore. Chi è quello cosi intelligente che gli è venuto in mente che durante l’estate bisognava provare la febbre per vedere se eri contagiato? Oggi non è più come quando è stato scoperto il virus. Oggi devi fare un tampone o comunque un derivato dal tampone che è comunque valido, chiaro? Perciò, se hai la febbre non è niente di che, hai l’influenza, devi prendere il paracetamolo! Ciao!

Un post in cui invita le persone a sostenere che la febbre non sia un problema, eppure si tratta proprio uno dei sintomi della Covid-19 (fonte OMS). Nel sito dell’Istituto Superiore di Sanità è presente un report, costantemente aggiornato, sui decessi da Covid-19 dove vengono riportati anche i principali sintomi delle vittime: febbre e dispnea le principali.

Tabella dei sintomi dei deceduti presente nel report del 18 novembre 2020.

Inoltre, avere un po’ di febbre può essere il primo di altri sintomi; infatti si parla non solo degli asintomatici ma anche dei paucisintomatici, uno stato in cui si hanno sintomi lievi. Vito Romaniello, ad esempio, si trovava negli studio milanesi di LaPresse quando iniziò ad avere un po’ di febbre: pochi giorni dopo era in terapia intensiva.

Come ben sappiamo, prima arginiamo il virus e prima usciamo da questa pandemia, ma per farlo bisogna essere responsabili comunicando in maniera corretta soprattutto a sostegno della prevenzione di cui la stessa regione Lombardia sostiene. Personaggi pubblici come Massimo Boldi dovrebbero stare più attenti, molti fan potrebbero seguire suggerimenti dannosi.

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