Pompei, ritrovati due corpi intatti: un signore e il suo schiavo in fuga dalleruzione del Vesuvio – Video e foto
Due corpi sono riemersi dalle ceneri grazie alla tecnica dei calchi in gesso e ritrovati a Pompei nelle scorse ore. Si tratta di un signore e del suo schiavo, travolti dalla furia dell’eruzione del 79 d.C. Una scoperta importante, «straordinaria» come l’ha definita il ministro Dario Franceschini, avvenuta in località Civita Giuliana, a 700 metri a nord ovest di Pompei, nell’area della grande villa suburbana dove già tre anni fa sono stati trovati i resti di tre cavalli bardati.
Morti per shock termico
Nonostante la chiusura del Parco, le indagini di scavo sono proseguite, senza sosta, e hanno portato alla luce i resti di un ricco pompeiano e del suo schiavo, morti nel 79 d.C. durante l’eruzione del Vesuvio. Si tratta probabilmente di due fuggiaschi: durante la prima fase eruttiva, infatti, le vittime furono quelle intrappolate negli ambienti, investite dai crolli provocati dal materiale vulcanico. Poco dopo, quando la città venne colpita dal flusso piroclastico, le persone morirono all’istante per shock termico. I corpi rimasero nella posizione in cui erano stati investiti dal flusso, e il «materiale cineritico solidificatosi ne ha conservato l’impronta dopo la decomposizione». Proprio questo è successo ai due pompeiani.
Chi sono i due pompeiani
Nel dettaglio, si tratta di un ragazzo tra i 18 e i 23 anni, alto 156 cm, con addosso una tunica corta, di lunghezza non superiore al ginocchio. La presenza di una serie di schiacciamenti vertebrali, certamente inusuali per un ragazzo così giovane, fa pensare che si tratti di uno schiavo, costretto a lavori pesanti. L’altro corpo, quello di un signore tra i 30 e i 40 anni e alto 162 centimetri, è stato rinvenuto in una posizione diversa rispetto al primo. Volto riverso a terra, gambe divaricate, ginocchia piegate. L’abbigliamento è più articolato.
Le parole del ministro Franceschini
«Questa scoperta straordinaria dimostra che Pompei è importante nel mondo non soltanto per il grandissimo numero di turisti – ha detto il ministro per i Beni e le Attività culturali e per il Turismo Dario Franceschini – ma perché è un luogo incredibile di ricerca, di studio, di formazione. Sono ancora più di venti gli ettari da scavare, un grande lavoro per gli archeologici di oggi e del futuro».
«Queste due vittime cercavano forse rifugio nel criptoportico, dove invece vengono travolte dalla corrente piroclastica alle 9 di mattina. Una morte per shock termico, come dimostrano anche gli arti, i piedi, le mani contratti. Una morte che per noi oggi è una fonte di conoscenza incredibile», ha dichiarato, invece, il direttore del Parco Archeologico di Pompei Massimo Osanna.
Foto di Luigi Spina
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