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L’audio della vittima di Alberto Genovese: «Ho avuto paura di morire. Contro di me anche violenza mediatica»

23 Novembre 2020 - 13:30 Maria Pia Mazza
«Io non ho mai fatto male a nessuno, non riesco a capire perché non è stato dato nessun valore alla mia vita», fa sapere la giovane vittima di violenza attraverso il proprio legale

«È successa una cosa molto grave sabato scorso. Adesso sono in ospedale da domenica. Mi dimettono domani mattina. Praticamente ho subito una violenza sessuale, presumo da più persone. Ma di una persona sono sicura: Alberto Genovese. Sono piena di lividi, ho dolore dappertutto». A parlare, in un messaggio vocale mandato in onda durante la trasmissione Non è L’Arena su La7, è la giovane 18enne che, stando alle accuse, è stata vittima di sequestro di persona e violenza sessuale da parte dell’imprenditore Alberto Genovese, arrestato lo scorso 7 novembre a Milano.

In studio era presente Saverio Macrì, legale della giovane che ha denunciato l’imprenditore e che ha altresì annunciato querela nei confronti di Daniele Leali, amico e “braccio destro” di Genovese che, stando alle parole dell’avvocato Macrì, ha diffuso le note audio senza autorizzazione della 18enne. Il legale della ragazza, durante la trasmissione di Massimo Giletti, ha riportato alcune parole della giovane:

Io non ho mai fatto male a nessuno, non riesco a capire perché non è stato dato nessun valore alla mia vita, ho visto la morte in faccia e non riesco a spiegarmi il perché di questa crudeltà.

L’avvocato Macrì ha inoltre ricostruito quanto accaduto durante la festa privata del 12 ottobre a casa di Genovese, spiegando che «più volte le amiche della giovane hanno cercato di salvarla, ma alla fine la ragazza è riuscita a scappare da sola verso le 21.30 del giorno dopo». «È stata un giorno intero in quella camera – ha proseguito il legale – da sabato alle 21.30 fino alla sera della domenica dopo. Quando è fuggita, Genovese le ha anche buttato 100 euro dalla finestra in segno di spregio».

«Andavo alle feste di Genovese per divertirmi e mi sono ritrovata in un inferno»

Parallelamente su Live, Non è la D’Urso su Canale 5, la 18enne ha inviato un messaggio audio in cui ha spiegato come, a seguito dell’uscita della notizia dell’arresto di Genovese, i ricordi di quella nottata infernale si siano fatti sempre via via più nitidi. «La cosa che mi fa più male – ha spiegato la ragazza – è sentire i commenti di queste persone che cercano di darmi una colpa o di giustificare quello che mi è stato fatto. Quello che ho vissuto io, quelle ore di paura non si possono neanche immaginare. Ho avuto paura di morire, ho rischiato di morire. Ho avuto paura di non poter rivedere più la mia mamma, il mio papà, le mie sorelle, i miei amici».

La giovane ha spiegato di non aver mai percepito una sorta di potenziale pericolosità durante le feste private nell’abitazione di Genovese: «Non ho mai percepito questo ambiente come viscido – aggiunge -, andavo lì per divertirmi e mi sono ritrovata a vivere un inferno».

A seguito dell’arresto dell’imprenditore sono arrivati gli insulti contro la giovane: «Io, che sono la vittima, mi sono sentita più volte offesa, più volte attaccata ingiustamente perché dopo tutto quello che ho vissuto, quest’ulteriore violenza mediatica non penso assolutamente sia giusta», racconta. «Mi sono vista dipinta in tanti modi – prosegue -, cosa che comunque non giustificherebbe quello che mi è stato fatto, ma mi infastidisce perché io non sono così». 

«Ho 18 anni, faccio la modella, ho appena finito gli studi: mi sono sentita chiamare escort, che prendevo dei soldi per andare a queste feste. Andavo lì per divertirmi e mi sono ritrovata in un inferno», ha ribadito la giovane, che ha concluso lanciando un appello: «In questo momento chiederei un po’ di umanità a tutti, sono in cura con degli psicologi e persone al mio fianco che mi stanno aiutando. Ci tengo a ribadire che sono debole, fragile e tutto questo odio gratuito nei miei confronti mi fa stare male».

In copertina: Alberto Genovese / ANSA

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