Il capo del dipartimento medico di Moderna avverte: «Il nostro vaccino protegge dal Coronavirus: ma chi lo fa potrebbe ancora contagiare»
C’è chi vede nel vaccino anti-Covid l’unica strada possibile per un ritorno alla “normalità”. Ma tale strada non è, in realtà, così spianata. Già, perché a frenare i “facili” entusiasmi sulle percentuali di efficacia dei vaccini sviluppati è intervenuto Tal Zaks, capo del dipartimento medico di Moderna, la società biotech statunitense con sede nel Massachusetts che ieri ha stipulato un accordo con l’Unione Europea per la fornitura fino a 160 milioni di dosi del vaccino. Un vaccino, quello sviluppato da Moderna, che stando ai risultati diffusi dall’azienda statunitense stessa, avrebbe un’efficacia del 94,5%, secondo un’analisi provvisoria pubblicata lo scorso 16 novembre ed effettuata su 95 pazienti Covid-19.
In un’intervista ad Axios, tuttavia, il dottor Zaks ha voluto puntualizzare cosa comportano realmente questi dati, invitando tutti a non sovrastimare e a «non interpretare in modo eccessivamente positivo i risultati». «I nostri risultati mostrano che il nostro vaccino fa sì che non si resti contagiati, o comunque non si sviluppi una forma grave della malattia. Ma questi dati – ha sottolineato il dottor Zaks – non mostrano che chi è vaccinato non possa comunque contagiare gli altri. Quando inizieremo la distribuzione di questo vaccino – ha precisato Zaks – non avremo dati concreti sufficienti per dimostrare che questo vaccino riduca la trasmissione del virus».
«Certo – ha aggiunto – per ragioni scientifiche credo che riduca la trasmissione del virus. Ma in assenza di dati che comprovino ciò, penso sia importante non modificare i comportamenti solo perché si è vaccinati». Insomma: dati alla mano, al momento, non è detto che le persone vaccinate non possano comunque contagiare chi non sarà ancora vaccinato. Le dichiarazioni di Zaks fanno quindi intendere che la pandemia non si concluderà appena verranno distribuiti i vaccini, ma sarà necessario diverso tempo prima di tornare a una sorta di “normalità”. E in questa ulteriore delicata fase le persone non dovranno abbassare la guardia, continuando a rispettare le regole anti-contagio, siano esse vaccinate o no.
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