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Per la riapertura delle scuole spunta l’ipotesi del 14 dicembre (a dieci giorni dal Natale). Il governo accelera malgrado le divisioni interne

25 Novembre 2020 - 14:52 Maria Pia Mazza
Da un lato il M5s che chiede di far tornare gli studenti sui banchi il prima possibile. Dall’altro lo scetticismo del Partito Democratico sulla ripartenza a ridosso delle festività

Si fa sempre più insistente sul governo il pressing da ambienti della maggioranza per la riapertura delle scuole. Secondo le ultime indiscrezioni, l’esecutivo guidato da Giuseppe Conte è intenzionato ad accelerare per trovare una quadra e riportare i giovani sui banchi già a dicembre. Due le date sul tavolo di Palazzo Chigi per la riapertura: il 9 dicembre o – addirittura – il 14 dicembre, a soli 10 giorni dal Natale. Una decisione, quella sulle riaperture scolastiche, che potrebbe arrivare già nella tarda serata di oggi, 25 novembre, dopo l’incontro – previsto, ma non ancora ufficialmente convocato – tra il premier Conte e i capi delegazione, le cui scelte dovrebbero confluire nel nuovo Dpcm del 4 dicembre. Ma il nodo non è facile da sciogliere, anche a causa della differenza di vedute all’interno della stessa maggioranza di governo.

Le posizioni delle forze di maggioranza sulle riaperture delle scuole

Da un lato spingono per la riapertura i senatori della commissione Istruzione del Movimento 5 Stelle e altre forze di maggioranza, che hanno indirizzato al premier una lettera con la richiesta «del ripristino, al più presto, della didattica in presenza», quale «assoluta priorità per il Paese». «In questo momento – sottolineano i senatori – urge un nuovo Piano scuola sotto la supervisione della presidenza del Consiglio dei ministri con tempi certi e azioni concordate con tutti gli attori istituzionali statali e territoriali mirate al superamento delle criticità che hanno determinato la chiusura delle scuole». Dall’altro lato, secondo quanto riportato dall’Ansa, c’è una sorta di “scetticismo precauzionale” da parte del Partito Democratico sul tema. Il Pd (che non appare tra i firmatari dall’appello a Conte per le riaperture, ndr), in sostanza, chiede quale sarebbe il senso di riaprire le scuole per una o due settimane, salvo poi interrompere l’attività durante il periodo natalizio e i primi giorni dell’anno nuovo.

I pareri positivi dei membri del Comitato tecnico scientifico

Dal fronte degli esperti, e in particolare dai consulenti del Comitato tecnico-scientifico, la linea sembra essere univoca: le scuole possono riaprire già a dicembre. E così, alle parole del responsabile del Cts Agostino Miozzo, che nei giorni scorsi ha ribadito che «le scuole devono, non possono, ma devono restare aperte», si sono aggiunte quelle del dottor Alberto Villani, membro del Cts e presidente della Società Italiana di Pediatria. Il professor Villani, ai microfoni di SkyTg24, ha ribadito che «la scuola è un posto sicuro», ed «essendo un luogo dove c’è il rispetto rigoroso di regole, era facilmente prevedibile che non sarebbe stato un luogo di contagio».

Il problema, però, sussiste e così come evidenziato dal professor Massimo Galli dell’Ospedale Sacco di Milano, riguarda «quello che avviene fuori» dalle strutture scolastiche. Ma su questo punto il presidente della Società Italiana di Pediatria chiarisce: «Sul settore trasporti si stanno facendo opportuni cambiamenti», anche se «si paga lo scotto di lustri di abbandono di sanità, scuola e trasporti», e pertanto «non si può pretendere di cambiare tutto in poche settimane». Quel che è certo, conclude, è che «va fatta una riflessione profonda su quella che deve essere la programmazione. E di questo si parla poco».

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