Coronavirus. L’errore di AstraZeneca non mette a rischio la ricerca sul vaccino, ma la sua credibilità
«Oxford, abbiamo un problema». Questa potrebbe essere la sintesi di quanto sta accadendo al vaccino di AstraZeneca contro la Covid19 dopo l’ammissione da parte del vicepresidente esecutivo della ricerca, Mene Pangalos, di un errore commesso in fase di sperimentazione. Sperimentazione sfociata nell’annuncio in pompa magna di un’efficacia pari al 90%. Quali conseguenze dovremmo aspettarci da questa scoperta? I rischi ci sono, ma vanno spiegati. Si parla di un «errore fortunato» che era stato rilevato dai ricercatori in fase di sperimentazione, dove hanno cercato proseguire ugualmente nonostante tutto.
Ciò detto, questo problema non rischia di fermare il processo di ricerca e la conseguente consegna degli studi alle agenzie del farmaco competenti che ne daranno il via libera alla somministrazione a livello globale. Stiamo affrontando un continuo via vai di notizie, di comunicati, di annunci rilasciati da aziende e singoli individui, imprenditori o politici che siano, mentre invece dovremmo attendere lo studio che certifichi le potenzialità di questi vaccini e la conseguente approvazione. L’errore commesso è noto e il team di Oxford/AstraZeneca ne è consapevole tanto che dovrà farne menzione nello studio finale, il che potrebbe anche rilevarsi positivo piuttosto che negativo. Potrebbe.
L’ombra dell’infodemia
Il rischio, però, riguarda la credibilità di fronte all’opinione pubblica, già ampiamente confusa e vittima dell’infodemia. Siamo purtroppo bombardati, in continuazione, dalla pessima comunicazione di esperti e di uffici stampa che battono sotto dettatura slogan e annunci utili a tirare acqua al proprio mulino, facendo in alcuni casi oscillare le quotazioni in borsa come abbiamo potuto assistere nel caso della Pfizer.
Se questa confusione non viene frenata rischiamo seriamente di mettere a repentaglio quanto siamo riusciti a costruire fino ad oggi, alimentando ulteriormente l’eco delle aree NoVax e la mancanza di fiducia da parte della cittadinanza nei confronti dei vaccini e delle industrie farmaceutiche già sottoposte a forti critiche.
A questo punto è necessario attendere la verifica dei fatti nella letteratura scientifica, che sarà effettuata dalle agenzie del farmaco speriamo nel breve periodo, consapevoli che a seguito di questi scivoloni ed errori comunicativi il mondo dell’informazione e della politica dovranno saper spiegare e dare risposte adeguate a coloro che sono caduti nelle grinfie dell’infodemia.
Aggiornamento ore 18:13
Pascal Soriot, numero uno di Astrazeneca, ha dichiarato oggi a Bloomberg che il vaccino anti Covid19 elaborato all’Università di Oxford richiede «studi supplementari».
Leggi anche:
- Coronavirus, AstraZeneca avvierà un ulteriore studio sul vaccino di Oxford
- Coronavirus, Bolsonaro: «Non farò il vaccino e non sarà obbligatorio». Trump: «Prime dosi la prossima settimana». Pronto a lasciare la Casa Bianca, ma non si arrende
- Vaccino obbligatorio? La strada scelta dall’Australia e quelle che potrebbe prendere l’Italia
- Coronavirus. Il certificato medico contro l’uso delle mascherine ricco di disinformazione
- Coronavirus, l’incognita AstraZeneca: i ritardi di autorizzazione potrebbero mettere a rischio il Piano vaccini italiano
- Coronavirus e il ritorno dei «vaccini OGM». Verremo modificati geneticamente? No!
- Oxford/AstraZeneca, gli anziani rispondono davvero meglio al vaccino anti-Covid? I primi risultati sono incoraggianti
- La biologa a capo del laboratorio dello Spallanzani che non va in tv: «Contro il Coronavirus servirà un vaccino all’anno»
- Il vaccino di Oxford – AstraZeneca ha raggiunto l’efficacia del 90% grazie a un errore di dosaggio nella sperimentazione
- Il vaccino di AstraZeneca efficace al 70% contro il Coronavirus: «Al 90% con regime ottimale. Costa meno ed è più semplice da conservare»