L’idea della ministra De Micheli per riaprire le scuole: «In classe anche sabato e domenica. Più mezzi non bastano, serve spalmare gli orari»
In emergenza cade ogni tabù. Anche quello della scuola nel fine settimana. Ne è convinta la ministra dei Trasporti Paola De Micheli che, in un’ntervista al quotidiano la Repubblica, spiega come aumentare il numero di bus su strada serva a poco. La vera rivoluzione, invece, resta quella di scaglionare gli ingressi e le uscite da scuola. Insomma, basta lunedì-sabato dalle 8 alle 13. «Credo sia necessario fare lezioni in presenza anche il sabato», ha detto. Bisogna abbattere anche il tabù della domenica? «Siamo in emergenza (nel pieno della pandemia del Coronavirus, ndr) e bisogna far cadere ogni tabù, ce lo chiedono diverse regioni», ha aggiunto.
«Nessuno studio dice che i trasporti fanno crescere i contagi»
Uno dei nodi da sciogliere, in vista della riapertura delle scuole prima di Natale, resta quello dei trasporti. Impossibile immaginare ancora viaggi con studenti ammassati nei mezzi pubblici, con il rischio di far diffondere il virus. «Nessuno mi ha portato uno studio che dimostri che i trasporti sono la principale ragione della crescita della curva», ribatte la ministra. Poi, però, specifica che le Regioni hanno già messo a disposizione «quasi 10 mila bus aggiuntivi in tutto il Paese con le risorse assegnate dal Governo».
«Impossibile mettere in strada così tanti mezzi pubblici»
Ma questo non basterà per risolvere il problema del sovraffollamento anche perché, a fronte di una capienza del 50 per cento che durerà almeno fino all’estate, i bus viaggeranno comunque strapieni. «Oggi, per garantire lo stesso servizio, in una città come Milano, servirebbe far uscire dall’autorimessa, dalle 7 alle 9, altri 500 mezzi pubblici. Impossibile, dovremmo togliere dalle strade le automobili. Quasi tutte le città metropolitane non sono nelle condizioni di ospitare numeri così alti di nuovi mezzi pubblici», precisa.
«Spalmare l’entrata e l’uscita degli studenti su tutta la giornata»
Per questo motivo, la soluzione resta quella di «spalmare l’entrata e l’uscita degli studenti sulle prime dodici ore della giornata, dalle 8 alle 20». Anche perché dalle 7 alle 9 bus e metro viaggiano strapieni, dalle 9 in poi il deserto (o quasi).
Foto in copertina di repertorio: EPA/STEPHANIE LECOCQ
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