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In Veneto 3.418 nuovi casi e 60 morti. Zaia: «Preoccupati ancora per gli ospedali». Da domani riaprono i grandi negozi – Il video

27 Novembre 2020 - 13:10 Redazione
Ma non i centri commerciali. Il governatore ritiene sia stato raggiunto il picco della seconda ondata. E sulle piste da sci dice: «In Svizzera e Austria sono aperte, assurdo pensare che il virus si sia fermato solo in Italia»

Il bollettino dell’emergenza Coronavirus in Veneto registra 60 nuovi decessi (totale 3.561), 1.736 soggetti attualmente positivi in più (totale 76.888) e un leggero calo dei ricoverati in terapia intensiva (-2). I malati assistiti in ospedale sono 2.897, mentre il totale delle persone che sono entrate in contatto con il virus ha toccato quota 137.474 (+3.418). Secondo il governatore Luca Zaia, il picco della seconda ondata potrebbe essere stato raggiunto: «Siamo arrivati nella parte alta della curva e potremmo aver raggiunto l’apice dell’infezione, anche se non c’è ancora la certezza matematica. Inoltre registriamo un minor accesso ai pronto soccorso». Con un’ordinanza che entra in vigore oggi e sarà valida fino al 4 dicembre, il Veneto decide quindi di riaprire il sabato le medie e grandi strutture di vendita (sopra i 250 metri quadrati di superficie), da non confondere però con i centri commerciali.

Twitter | @TgrVeneto

Zaia ha spiegato: «Firmo una nuova ordinanza con cui da domani aprono tutti i negozi, perché abbiamo già fissato un limite alla capienza stabilendo la presenza di un cliente ogni 20 metri quadrati. Questa misura di sicurezza consente la riapertura al sabato delle medie e grandi strutture, negozi oltre i 250 metri quadrati tipo un magazzino di abbigliamento, un negozio di mobili, un outlet. L’ordinanza resta in vigore fino al 4 dicembre. I centri commerciali, invece, rimangono chiusi il sabato e la domenica per effetto dell’ultimo Dpcm nazionale».

Poi, sul nodo degli impianti sciistici, il governatore ha sottolineato: «Sembra che il governo voglia andare a qualche forma di chiusura durante le vacanze di Natale. In Svizzera e Austria le piste sono aperte, assurdo pensare che il virus si sia fermato solo in Italia. Sui ristori non c’è chiarezza. Quello della neve è un comparto importante, ho chiesto al governo che nel prossimo Dpcm (in arrivo il 3-4 dicembre, ndr) sia affrontato tutto il tema della montagna invernale, compresa quella dove non ci sono impianti sciistici. Ci hanno garantito che si arriverà alle chiusure solo con la certezza assoluta dei ristori. Ma la montagna è un’economia molto diversificata e devono essere aiutati tutti, ma veramente tutti».

Video: Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev

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