Coronavirus, il monitoraggio dell’Iss: lindice Rt scende sotto l1 in dieci Regioni. Rezza: «Primi effetti delle misure»
L’indice Rt a livello nazionale scende a quota 1,08 nelle ultime due settimane. Il dato è contenuto nella bozza dell’ultimo monitoraggio dell’Iss e del Ministero della Salute sull’andamento dell’epidemia di Coronavirus in Italia. Settimana scorsa l’Rt era a 1,18. Considerando solo l’ultima settimana, l’indice di trasmissibilità – calcolato sui casi sintomatici – è pari a 1,03. Dati che indicano una riduzione significativa della trasmissibilità e che aiuteranno il governo a rifinire il nuovo Dpcm, dove potrebbero essere annunciato un allentamento delle misure, soprattutto nelle regioni che per prime sono state sottoposte a lockdown. Tuttavia, la pressione sugli ospedali rimane critica e dieci Regioni e province sono ancora classificate a rischio alto di una epidemia non controllata e non gestibile, mentre 7 sono a rischio moderato con alta probabilità di progredire a rischio alto nelle prossime settimane.
Ministero della Salute | Il commento del professor Giovanni Rezza, direttore generale prevenzione del ministero della Salute
Trasmissibilità rallenta, ma incidenza ancora alta
Nel suo monitoraggio l’Iss ha comunicato inoltre come la velocità di trasmissione dell’epidemia in Italia sta rallentando. «Questi dati – si legge – sono incoraggianti e segnalano l’impatto delle misure di mitigazione realizzate nelle ultime settimane». L’incidenza rimane tuttavia ancora troppo elevata per permettere una gestione sostenibile, per questo, chiarisce l’Iss, è necessario raggiungere livelli di trasmissibilità significativamente a 1 per ridurre, oltre ai nuovi casi di infezione, anche la pressione sui servizi sanitari territoriali e ospedalieri.
Nel rapporto l’Iss e il ministero della Salute consigliano ancora di ridurre al minimo i contatti e le interazioni con le persone. «È fondamentale – evidenzia il report – che la popolazione eviti tutte le occasioni di contatto con persone al di fuori del proprio nucleo abitativo che non siano strettamente necessarie e di rimanere a casa il più possibile». L’andamento, ha chiarito l’Iss, «non deve portare ad un rilassamento prematuro delle misure o ad un abbassamento dell’attenzione nei comportamenti».
Sugli ospedali, al 24 novembre, 17 regioni avevano superato almeno una soglia critica in area medica o Terapia intensiva. Nello specifico, i ricoverati in terapia intensiva sono passati in una settimana da 3.612 a 3.816, mentre i ricoverate in aree mediche sono passati da 33.074 a 34.577.
In dieci Regioni l’Rt è sceso sotto l’1. Ecco i dati locali:
- Abruzzo: 1,06
- Basilicata: 1,21
- Calabria: 0,92
- Campania: 1
- Emilia-Romagna: 1,07
- Friuli: 1,09
- Lazio: 0,88
- Liguria: 0,76
- Lombardia: 1,17
- Marche: 0,93
- Molise: 1,17
- Piemonte: 0,89
- Provincia di Bolzano: 1
- Provincia Trento: 0,81
- Puglia: 0,99
- Sardegna: 0,71
- Sicilia: 1,04
- Toscana: 1,2
- Umbria: 0,74
- Val d’Aosta: 0,99
Il commento di Rezza
«Dopo molte settimane diminuisce leggermente per la prima volta l’incidenza di casi di Covid-19 nel nostro paese», ha detto il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Gianni Rezza, commentando il monitoraggio settimanale. Secondo Rezza, la situazione rappresenta un primo effetto delle misure di contenimento fino ad ora adottate: «Purtroppo aumentano i ricoveri ospedalieri e soprattutto quelli in terapia intensiva – ha continuato -. Data la situazione, è bene continuare a mantenere comportamenti prudenti e tutte quelle misure che siano adeguate rispetto all’evoluzione dell’epidemia».
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