Lombardia, Piemonte e Calabria passano in zona arancione: ecco cosa vuol dire e quali sono le regole
Potremo riaprire i negozi: con questo annuncio oggi il governatore della Lombardia Attilio Fontana aveva anticipato il contenuto dell’ordinanza firmata in serata dal ministro della Salute Roberto Speranza con il passaggio delle tre regioni inizialmente rosse – Lombardia appunto, insieme a Calabria e Piemonte – da rosso ad arancione. «Visti i tempi tecnici necessari, da domenica la Lombardia diventa ufficialmente zona arancione», spiega Fontana in serata nel corso di una conferenza stampa. Quali sono le restrizioni quindi che restano in vigore nelle regioni arancioni, che invitano comunque a non abbassare la guardia, giacché indicano comunque aree a gravità «elevata» ? Cosa cambia dalla zona rossa?
Le restrizioni della zona arancione
Le restrizioni delle ordinanze del ministro della Salute restano in vigore per 15 giorni. Nelle regioni colorate di arancione non è consentito uscire o entrare dalla Regione o dai comuni. Gli spostamenti sono liberi all’interno del comune fino alle 22, mentre al di fuori sono possibili solo per ragioni di salute, per emergenze, per portare figli e figlie a scuola (sono infatti possibili «gli spostamenti strettamente necessari ad assicurare lo svolgimento della didattica in presenza», se è consentita), per andare a lavoro.
Non è consentito l’uso di mezzi pubblici o privati per recarsi in un comune altro da quello di residenza, domicilio o abitazione, al netto appunto di «comprovate esigenze». Per questo nelle zone arancioni bisogna portare sempre con sè l’autocertificazione, che deve contenere i dati della persona che si sposta e il motivo dello spostamento. L’autocertificazione serve anche per il cosiddetto coprifuoco, dalle 22 alle 5, quando è possibile uscire solo per comprovate esigenze.
Resta possibile transitare su un eventuale territorio arancione se lo spostamento è «necessario a raggiungere ulteriori territori non soggetti a restrizioni» in zona gialla. E in casa? Lì vige la “raccomandazione”: quella di non invitare a casa persone non conviventi. Nelle aree arancioni è consentito fare sport all’aperto, all’interno del proprio comune, anche nei centri e nei circoli sportivi, pubblici e privati. No agli spogliatoi. Restano chiusi i centri sportivi e anche le palestre e le piscine, e vietato lo sport di contatto.
Gli esercizi commerciali
Buone notizie per i negozi al dettaglio, che riaprono, ovviamente nel rispetto di distanziamento, sanificazione e scaglionamento ingressi), mentre nei festivi e prefestivi i centri commerciali sono chiusi. Per bar e ristoranti è permesso solo l’asporto e la consegna a domicilio, no alla consumazione sul posto, giacché «sono sospese le attività dei servizi di ristorazione». Fanno eccezione farmacie e parafarmacie, presidi sanitari, alimentari, tabacchi ed edicole. Resta possibile ordinare cibo a domicilio e fino alle 22 anche cibo da asporto, che non può essere consumato sul posto.
Scuola, università e lavoro
Per il lavoro, quando possibile, nelle aree arancioni è consigliato il lavoro a distanza. Per la scuola: per le superiori resta la didattica a distanza, mentre tornano in classe studenti e studentesse di seconda e terza media al netto di differenti eventuali disposizioni dei governatori regionali. Nelle università niente lezioni in presenza ma solo a distanza, tranne nel caso del primo anno dei corsi di studio e dei laboratori.
In copertina ANSA | Il Teatro alla Scala di Milano, 27 novembre 2020.
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