Scuola, i presidi contro De Micheli: «Non possiamo scaglionare gli ingressi senza organizzare i trasporti»
Fa discutere la posizione di Paola De Micheli, ministra dei Trasporti, sul rientro a scuola a prescindere dal potenziamento dei mezzi pubblici. Tra chi si è esposto contro le sue dichiarazioni c’è Antonello Giannelli, presidente dell’Associazione Nazionale Presidi. «Deve essere chiaro il presupposto», ha scritto in una nota. «Ovvero che lo scopo del traporto pubblico è far spostare le persone che ne hanno bisogno. Di conseguenza non è pensabile il contrario, e cioè asservire le persone alle necessità dei trasporti».
De Micheli, in un’intervista a La Repubblica, si era così espressa sulla ipotesi di potenziare i mezzi pubblici per evitare assembramenti di studenti e lavoratori. «Farlo è impossibile», aveva detto, «perché dovremmo togliere dalle strade le auto». Secondo la ministra bisognerebbe, al contrario, lavorare sugli ingressi scaglionati e spalmati anche sul sabato e sulla domenica. Un’uscita che ha messo in disaccordo anche esponenti dello stesso esecutivo: Alfonso Bonafede, ministro della Giustizia, ha dichiarato che «in un momento come questo è del tutto inopportuno pensare di tenere aperte le scuole anche la domenica», dato che« le famiglie stanno già sopportando sacrifici enormi».
L’Italia non è fatta solo di città
«Siamo ovviamente favorevoli a scaglionare gli ingressi», ha sottolineato Giannelli, «come abbiamo dichiarato più volte. Ma la condizione è che i mezzi di trasporto vengano conseguentemente riorganizzati per permettere agli studenti di arrivare a scuola e poi di rientrare a casa». Moltissimi studenti che non vivono nelle grandi città metropolitane affrontano «spostamenti che durano oltre un’ora». «Anche per questo ritengo irrealistico pensare di allungare la settimana scolastica anche alla domenica mentre il sabato, per moltissimi istituti, è già giornata di lezione».
Più autonomia organizzativa ai dirigenti
La soluzione? Che ogni dirigente scolastico si organizzi secondo le proprie esigenze e le proprie difficolta: «Incrementare le facoltà autonomistiche delle singole scuole permetterebbe a ogni istituto, proprio perché ben conosce le necessità del proprio bacino di utenza, di modulare adeguatamente il servizio». Non basta quindi un piano nazionale o regionale: «Scuole diverse, anche all’interno di una stessa area geografica, hanno diverse necessità e le scelte organizzative non devono essere calate dall’alto».
La Cisl Scuola: «Quella della ministra è una provocazione»
«Se qualcuno vuole fare delle proposte ci convochi. Diversamente risulta l’ennesima provocazione che ha come unico effetto quello di demotivare chi l’attività didattica la sta svolgendo comunque e a qualunque costo per il bene dei ragazzi». Questa invece la posizione della segretaria della Cisl Scuola, Maddalena Gissi, che all’Ansa ha commentato le parole di De Micheli. «Si tratta di una provocazione per continuare a rimandare sulla scuola responsabilità che purtroppo non sono della scuola che lavora».
Foto di copertina: ANSA / ETTORE FERRARI
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