Il punto dell’Iss, Brusaferro: «Con indice Rt a 1,8 casi in aumento». Locatelli: «Dati incompatibili con vacanze sugli sci. Sarà un Natale diverso»
La Cabina di Regia sulla situazione dei contagi da Covid-19 si è conclusa nella giornata di ieri, 27 novembre, e oggi l’ Istituto Superiore di Sanità, mediante la consueta conferenza stampa, diffonde i nuovi dati. Il professor Silvio Brusaferro ha parlato chiaramente di «una curva che sta decrescendo» sia per contagi che per ricoveri ordinari e in terapia intensiva. La decrescita riportata dall’Iss sta avvenendo in maniera diffusa in tutto il Paese, e questo secondo quanto commentato dal Brusaferro per merito «delle misure e degli impianti di monitoraggio messi in atto finora». Dati incoraggianti che però non possono provocare un rallentamento delle restrizioni. «Il sovraccarico è ancora alto» ha chiarito Brusaferro, seguìto subito dopo dal professor Locatelli che ha definito i dati attuali come «non compatibili con vacanze sugli scii e cenoni di capodanno».
Incidenza in calo ma ancora alta
Per la prima volta nella seconda ondata anche il dato sull’incidenza a 14 giorni risulta in calo. Sono circa 700 i casi per ogni 100mila abitanti, 321 nell’analisi degli ultimi 7 giorni. Una diminuzione che però non vede ancora le due cifre su tutto il territorio nazionale, «obiettivo fondamentale da doversi porre», come ha spiegato Brusaferro.
Buone notizie per ricoveri e terapie intensive
La curva è in appiattimento anche per quanto riguarda posti letto in area medica e in terapia intensiva. Le proiezioni di saturazione a 30 giorni registrano un calo nell’occupazione dei letti disponibili. «Un dato importante» sottolinea Brusaferro, «perché tenere la soglia di saturazione sotto il 30% vuol dire garantire che l’altro 70% possa rispondere ai bisogni di assistenza quotidiana riguardante non solo il coronavirus».
Rt ancora pericoloso
Il professor Brusaferro ribadisce quanto l’obiettivo della lotta al Covid sia ora quello di portare sotto l’1 l’indice Rt. «Un valore ancora poco sopra l’1 porta ad un aumento dei casi», spiega, e questo non aiuta a far uscire dalla condizione critica le Regioni che ancora oggi si classificano nella zona considerata ad alto rischio, dopo 3 settimane consecutive.
Età mediana in crescita
L’età mediana si registra in leggera crescita collocandosi intorno ai 48 anni. Le persone più anziane dunque continuano a contrarre l’infezione, un segnale per Brusaferro, «che indica la necessità di proteggere maggiormente le persone più fragili della popolazione». I decessi in aumento presentano un’età media che supera gli 80 anni, «con soggetti già portatori di 3 o più patologie nella maggioranza dei casi».
L’età mediana è in leggera crescita, questa settimana intorno ai 48 anni. Questo segnala che persone più anziane contraggono l’infezione, ed è un fenomeno che dobbiamo contrastare il più possibile”, dice il presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, Silvio Brusaferro, in conferenza stampa al ministero della Salute per l’analisi dei dati del Monitoraggio Regionale della Cabina di Regia.
Fonte: Ministero della Salute / Agenzia Vista / Alexander Jakhnagiev
9 Regioni a rischio alto
Sulla valutazione del rischio sono 9 le Regioni in condizioni più pericolose, con un aumento delle aree invece a rischio moderato con una minore possibilità di passare a situazione critica.
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