‘Marcia per la libertà’ a Parigi, scontri tra manifestanti e polizia. Sono 46 mila le persone scese in piazza – Video
Sono state quasi 50 mila le persone scese in piazza a Pargi per la Marcia per la libertà. Oggi, 28 novembre, al primo giorno di alleggerimento del lockdown nel Paese, decine di migliaia di francesi sono tornati a protestare contro la legge sulla sicurezza globale – che sempre più esponenti politici chiedono al governo di ritirare. Sono stati circa 46 mila i manifestanti che solo a Parigi hanno dato vita ad un corteo pacifico, con qualche esplosione di tensione nel tardo pomeriggio. Quella di oggi è stata la protesta più importante dai tempi dei gilet gialli: in tutta la Francia si parla di 500 mila persone totali.
Gli scontri alla Bastiglia
Gli scontri sono scoppiati attorno alle 16, quando i cortei eterogenei sono arrivati alla Bastiglia e si sono verificate le prime vere tensioni. Alcuni cassonetti sono stati dati alle fiamme e diversi negozi sono stati danneggiati. I poliziotti hanno risposto con delle cariche e con un fitto lancio di lacrimogeni, mentre alcuni dei manifestanti hanno lanciato delle pietre. Secondo uno dei giornalisti dell’AFP, diversi manifestanti vestiti di nero hanno ribaltato un furgone e utilizzato recinzioni e altri oggetti di un cantiere per costruire barricate.
I primi tafferugli si sono registrati nel pomeriggio all’incrocio tra Boulevard Beaumarchais e Rue du Pasteur Wagner, ma la tensione era nell’aria già dalla mattina: le strade adiacenti al percorso della Marcia, fra République e Bastiglia, erano state chiuse dai blindati della polizia fin dalle prime ore del giorno. Fonti del sindacato di polizia Alliance – riporta l’Ansa – lamentano che siano stati chiamati in servizio soltanto 2.000 agenti per far fronte a una manifestazione «ad alto rischio» (come l’hanno definita), durante la quale si prevedevano 40.000 dimostranti.
Le ragioni della protesta
Gli organizzatori della Marcia hanno giudicato la legge sulla “sicurezza globale” un provvedimento «liberticida». Il punto contestato è in primis l’articolo 24, che vieta di fare foto e video ai poliziotti in azione. Pena, una multa fino a 45 mila euro e un anno di carcere. A far scendere in piazza i manifestanti sono stati anche gli episodi di violenza di questi giorni, come lo sgombero dei migranti con i manganelli da place de la Republique e il pestaggio (si pensa di stampo razzista) del produttore musicale nero Michel Zecler ad opera di 3 agenti, entrati a forza nel suo studio di registrazione di Parigi. «Non possiamo più filmare e dopo non potremo più scrivere? – ha detto una delle manifestanti -. Questa legge è solo l’inizio».
Anche in politica, sono in tanti gli esponenti di spicco a chiedere oggi il ritiro della legge che ha innescato una vera crisi politica nel paese. Approvata in Assemblée Nationale la settimana scorsa, deve ora passare al Senato: l’intento dichiarato è, per il governo, quello di proteggere i poliziotti dalle minacce di morte sui social network. Ma per gli organizzatori della Marcia delle libertà, la legge «viola la libertà di stampa, la libertà di informare e di essere informati, la libertà d’espressione, insomma le libertà pubbliche fondamentali della nostra Repubblica». L’intento, per il governo, è di proteggere i poliziotti vittime di inviti all’odio e di minacce di morte sui social network. Il governo è ormai a un bivio.
Foto di copertina: EPA/CHRISTOPHE PETIT TESSON
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