Proibire la cannabis non serve a niente: i ragazzi sanno dove trovarla facilmente. È arrivata l’ora di legalizzarla? – Il report
Comprare cannabis è facile, anzi, facilissimo. Lo pensa la stragrande maggioranza dei consumatori abituali tra i giovani, o almeno lo pensava certamente nel 2019, prima della pandemia da Coronavirus. È uno dei dati contenuti nella relazione annuale sul fenomeno delle tossicodipendenze in Italia, elaborata dal Dipartimento per le politiche antidroga presso la Presidenza del Consiglio, il documento annuale che contiene i dati più aggiornati in tema di sostanze stupefacenti e loro consumo. Sebbene ci si riferisca a un anno fa e mai come quest’anno ogni tipo di consumo sia stato stravolto, è interessante leggere che tra i giovani, quando si parla di cannabis, l’82% di chi l’ha utilizzata sa dove procurarsela e per l’83,8% è proprio un gioco da ragazzi trovarla. L’acquisto, infatti, viene definito facile.
Ancora in pochi la cercano su internet. Più semplice andare dallo spacciatore di fiducia, alimentando il mercato nero e aiutando la criminalità organizzata che fa delle sostanze stupefacenti il suo core business. Dati così alti non possono che riaprire la discussione sull’utilità di mantenere illegali le droghe leggere. Come sostenuto più volte da alcuni parlamentari di Pd e M5s – note anche le battaglie di Emma Bonino – la soluzione più efficace sarebbe quella di legalizzarla il prima possibile non solo per un evidente ritorno economico per lo Stato ma anche (e soprattutto) per sottrarre milioni e milioni di euro alle casse delle mafie. Così, in un batter d’occhio.
Crollano il consumo di eroina e cocaina
Guardando i numeri forniti dalla presidenza del consiglio, il quadro sembra essere chiaro: il 25,9% (660mila) ha consumato almeno una sostanza illegale nel corso del 2019, almeno nella popolazione studentesca tra i 15 e i 19 anni. Il 25,8% la cannabis, solo l’1,8% la cocaina (nonostante, complessivamente, i sequestri siano triplicati e la domanda aumentata negli anni ma non per i giovani) e lo 0,6% l’eroina. Tutti dati in calo o stabili.
Il documento
Cannabis
Il 33,5% degli studenti 15-19enni, su una platea di 850mila ragazzi, ha utilizzato cannabis almeno una volta nella vita, il 25,8% l’ha usata nel corso del 2019. Il 3,2% degli studenti ne riferisce un uso quasi quotidiano, dato in leggero decremento. L’età di primo utilizzo è stata tra 15 e 16 anni per il 51,2%, solo il 6,3% a 13 anni o meno. E trovarla è la cosa più facile del mondo, specialmente in strada, a casa di amici, nei pressi della scuola, in discoteca o presso uno spacciatore.
La cannabis e i prodotti da essa derivati si confermano le sostanze stupefacenti più diffuse sul mercato illegale. Seguono le cosiddette “Nuove Sostanze Psicoattive (NPS), ovvero cannabinoidi sintetici, cocaina, stimolanti, allucinogeni ed eroina, provate dal 9,5% degli studenti almeno una volta nella vita.
Cocaina
Il 2,9% degli studenti, ovvero 73.000 ragazzi, ha fatto uso di cocaina almeno una volta nella vita, l’1,8% l’ha assunta nel corso del 2019. Gli studenti che hanno riferito un consumo frequente, 10 o più volte nel mese, sono appena lo 0,4%. Ancora una volta, come già accaduto con la cannabis, seppur con un dato in lieve calo, il 77,5% dei consumatori di cocaina ritiene di poterla reperire facilmente. L’87,5%, invece, conosce dei luoghi dove potrebbe trovarla. Il trend dei consumi di cocaina – nell’arco degli ultimi 10 anni – crolla dal 4,8% del 2009 al 2,9% del 2019. Anche tutti gli altri dati sono in calo.
Eroina
Sono oltre 27mila i ragazzi, pari all’1,1% degli studenti, che hanno riferito di aver fatto uso di eroina almeno una volta nella vita, più di 16mila studenti (0,6%) l’hanno consumata almeno una volta nel 2019. Rispetto al 2018 si registra un lieve decremento degli studenti che riferiscono di aver assunto eroina sia nella vita sia durante l’anno. E anche in questo caso si è passati dall’1,7% del 2009 all’1,1% di consumo di eroina tra gli studenti nel 2019.
Carceri piene di spacciatori
Infine è bene ricordare che le nostre carceri sono piene di detenuti per reati legati alla droga. Si tratta di 21.213 persone, ovvero più di un terzo della popolazione carceraria. Oltre un quarto dei detenuti sono tossicodipendenti e per loro le strutture penitenziarie stanno garantendo anche un trattamento terapeutico e rieducativo.
Foto in copertina di repertorio: EPA/ANDY RAIN
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