Calabria, parla il neo commissario Longo: «Io come San Tommaso? Sono peggio. Ci sarà da lavorare, ma non ho paura»
«Sono un tipo puntiglioso, nei prossimi giorni voglio toccare con mano, vedere con i miei occhi qual è la situazione. È il mio metodo di lavoro. Io come San Tommaso? Sono peggio». A parlare è Guido Longo, neo commissario alla Sanità in Calabria, incaricato il 27 novembre dal governo Conte di prendere possesso di quella poltrona che, nelle ultime settimane, è stata al centro di clamorosi scivoloni, veti incrociati e rumorose rinunce. «Dopo aver ricevuto la proposta dal ministro dell’Interno (Luciana Lamorgese, ndr) d’accordo con il premier Conte, ho subito accettato», racconta Longo in un’intervista al Corriere della Sera.
L’incarico è gravoso, ma – continua Longo – «io non ho paura, non l’ho mai avuta nella mia vita di uomo delle istituzioni e sono sempre andato là dove lo Stato mi ha chiesto di andare. Sarà così anche questa volta». «In Calabria c’è la ‘ndrangheta, è vero», dice il neo commissario. «Ma ci sono anche tanti, tantissimi calabresi per bene, probi, che lavorano e hanno voglia di lavorare. Insieme a loro sono convinto che potremo provare a risollevare la sanità regionale, io di sicuro farò la mia parte, ognuno dovrà fare la propria».
«L’ospedale di Vibo? Era il mio pallino, ora sono tornato»
Longo, 68 anni, un passato da questore a Reggio Calabria, Caserta e Palermo sa che «ci sarà molto da lavorare, non c’è dubbio. Però da prefetto di Vibo Valentia ricordo che convocai un tavolo tecnico per dare il via alla costruzione del nuovo ospedale, di cui la città aveva un gran bisogno. Era un mio pallino, il nuovo ospedale di Vibo». L’opera non fu mai completata: «Nel 2018 andai in pensione», dice Longo. «Ma ora sono tornato».
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