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Un hub ogni 30.000 abitanti e tracciamento delle dosi: ecco il piano di Arcuri per il vaccino anti-Covid

29 Novembre 2020 - 06:58 Redazione
Tra quattro giorni il ministro Speranza dovrà presentare la strategia di distribuzione e somministrazione. Cosa sappiamo al momento

Conto alla rovescia per il piano nazionale sul vaccino anti-Covid. Tra quattro giorni, il ministro della Salute Roberto Speranza è chiamato a presentare, punto per punto, la strategia dell’Italia. Strategia che si comporrà di una parte sanitaria, relativa all’individuazione delle fasce di popolazione da vaccinare in via prioritaria, e una logistica. Su quest’ultimo punto, se dalle associazioni del settore si parla di «cronoprogramma in ritardo» e mancanza di «celle frigo, siringhe, e aghi», dal governo assicurano che tutto procede secondo i piani.

La strategia dell’Italia sarà differenziata a seconda del vaccino da distribuire. Quello di Pfizer-BioNTech necessita di una conservazione a temperature estremamente rigide (-75 gradi), mentre quelli prodotti da Moderna e Oxford/AstraZeneca possono resistere a temperature più alte. Sul primo fronte, il commissario all’emergenza Covid-19, Domenico Arcuri, incaricato dal governo di mettere a punto gli aspetti logistici del piano, ha chiesto all’azienda statunitense Pfizer di trasportare direttamente le dosi in cento sedi già individuate dallo stesso commissario con le Regioni.

Si dovrà trattare necessariamente di luoghi dotati di frigoriferi ad hoc. Secondo quanto riferito da la Repubblica, alcune Regioni, come il Lazio, si sono già mosse per acquistarli, altre si appoggeranno invece a macchinari già esistenti, come quelli presenti nei centri trasfusionali dei grandi ospedali. Se non dovessero bastare, l’intenzione sarebbe quella di requisire strutture industriali: è il caso della Puglia, dove sono già state selezionate aree di stoccaggio delle aziende casearie, che conservano alimenti a basse temperature.

Domani l’incontro tra Pfizer e le Regioni

Ulteriori dettagli dovrebbero emergere in seguito all’incontro, in agenda domani 30 novembre, tra i rappresentanti di Pfizer e le Regioni. In quella sede, verrà spiegato come il vaccino arriverà in Italia, se in polvere o già nelle siringhe. «Cambia molto per decidere dove conservarli», spiegano gli esperti della Regione Lombardia. «Si parla – dice Pier Luigi Lopalco, docente di Igiene e assessore in Puglia – di un milione e mezzo di dosi, al principio. Significa 150 mila dosi per ciascuno dei cento hub. Un numero che siamo sicuramente in grado di gestire».

Poi c’è la questione dei siti in cui, specie quando arriveranno anche le dosi di Moderna e AstraZeneca, effettuare una somministrazione di massa. Altri Paesi europei sono intenzionati ad allestire grandi spazi, come le fiere e gli stadi in Germania. In Italia si va verso l’individuazione di un hub ogni 30.000 abitanti. Nei luoghi di somministrazione ci si avvarrà anche della collaborazione dell’esercito e dell’apporto dei medici di base. Secondo la Repubblica, è prevista la creazione di un portale dove seguire la distribuzione del vaccino e, forse, prenotarlo. In arrivo anche una campagna di comunicazione per sensibilizzare la popolazione.

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