Una task force di 300 persone e un comitato di sei manager: ecco chi gestirà il Recovery Fund
Una task force di 300 persone, un comitato esecutivo composto da sei manager e il Comitato interministeriale affari europei. Prende forma la struttura che, sotto lo sguardo del premier Giuseppe Conte, del ministro dell’Economia Roberto Gualtieri e del ministro dello Sviluppo economico Stefano Patuanelli, sarà chiamata a gestire i circa 209 miliardi di euro complessivi in arrivo nei prossimi mesi da Bruxelles nell’ambito del Recovery Fund.
Il comitato esecutivo avrà poteri speciali
La maxi task force da 300 esperti avrà il compito di coadiuvare il comitato esecutivo, organo tecnico che sarà responsabile degli obiettivi del Recovery Plan italiano e che terrà in mano le redini dei singoli progetti, forte anche di poteri speciali che gli permetteranno di sostituirsi ai soggetti attuatori (enti, istituzioni, imprese). A coordinare i lavori sarà un organo politico, il Comitato interministeriale affari europei, guidato da Enzo Amendola, ministro degli Affari europei, di concerto con Conte, Gualtieri e Patuanelli. Lo stesso comitato che finora si è occupato di definire i contorni del piano italiano.
«L’Ue ci ha chiesto una struttura adeguata»
«La maggioranza lavora coesa sulla governance del Recovery Plan, come voluto da Bruxelles e secondo i tempi stabiliti», ha assicurato Amendola a proposito del vertice di governo che si è svolto ieri sul tema. «Tra gli elementi richiesti dalla Ue c’è la definizione di una struttura che garantisca l’immediata attuazione del Piano di ripresa e resilienza per evitare inutili e dannosi ritardi nel rilancio del Paese. Invieremo al Parlamento la proposta del governo così come abbiamo fatto, unici in Europa, per le linee guida del piano. L’allarme reale è rappresentato dal veto di Polonia e Ungheria che rischia di far slittare le scadenze per tutti e 27 i Paesi».
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