Domani rientrano in classe 719 mila alunni. Il governo valuta la riduzione della didattica a distanza dal 14 dicembre
Uno degli effetti più visibili del passaggio dalla fascia di rischio rossa a quella arancione è la riapertura delle scuole per gli studenti di seconda e terza media. Da domani, lunedì 30 novembre, 719 mila alunni di Calabria e Lombardia ricominceranno la didattica in presenza. Con loro, torneranno a sedersi in cattedra almeno 30 mila docenti che, nelle settimane precedenti, hanno dovuto organizzare e gestire le lezioni da casa. Anche il Piemonte è passato alla fascia di rischio arancione.
In questo caso, però, il governatore Alberto Cirio ha deciso di tenere ancora in Dad – didattica a distanza – gli studenti della classi seconde e terze delle scuole secondarie di primo grado. Ad ogni modo, dai rientri che scatteranno lunedì sono interessati 110 mila docenti di sostegno, in classe anche loro, mentre 60 mila colleghi saranno dedicati a seguire alunni con particolari esigenze di salute.
I numeri dei ‘distanti’
Nonostante il passaggio nella fascia di rischio media della Lombardia e della Calabria, continueranno a seguire il regime di Dad 3 milioni e 300 mila studenti italiani. Secondo i calcoli di Tuttoscuola, di questi ragazzi, 2 milioni e 700 mila sono iscritti alla scuola secondaria di secondo grado. Gli altri sono alunni di scuole medie delle regioni in fascia rossa – Campania, Toscana e Abruzzo -, alunni che restano a casa per motivi sanitari e alunni iscritti dal secondo anno di scuola elementare in su nella regione Campania.
Le ipotesi del governo
Il quadro relativo al mondo scuola, tuttavia, è fluido e potrebbe subire scossoni già nei prossimi giorni. Se il ritorno in classe per tutti sarebbe stato fissato dalla maggioranza di governo al 7 gennaio, parte dell’esecutivo vorrebbe avviare una riduzione graduale della Dad alle superiori già dal 14 dicembre. Sono in particolare Italia Viva e Movimento 5 stelle a premere in tal senso, mentre i governatori delle Regioni vorrebbero che l’esecutivo inserisse nel Dpcm del 3 dicembre la disposizione di chiusura a livello nazionale fino all’Epifania.
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