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Ciro Grillo, spuntano video della notte dello stupro in Costa Smeralda. Gli avvocati: «No comment»

30 Novembre 2020 - 13:30 Redazione
Anche Giulia Bongiorno, che assiste una delle due vittime, ha chiarito di non voler rilasciare dichiarazioni

La scorsa settimana spuntava una foto choc contro Ciro Grillo, figlio del comico e fondatore del M5s Beppe, e i suoi tre amici, dopo la chiusura delle indagini dello scorso 20 novembre e la richiesta di rinvio a giudizio. Ora, invece, il procuratore di Tempio Pausania parla di alcuni video nei quali emerge, chiara, la dinamica di quella notte folle del luglio 2019, quando i quattro – Grillo, Francesco Corsiglia, Edoardo Capitta e Vittorio Lauria -, secondo l’accusa, avrebbero violentato non una ma due ragazze all’interno del villino di Cala di Volpe, in Sardegna, di proprietà di Grillo senior. «I quattro costringevano e comunque inducevano X, abusando delle sue condizioni di inferiorità fisica e psichica dovuta all’alcol, a subire e compiere atti sessuali…», scrive la procura che ha ipotizzato il reato di violenza sessuale di gruppo.

«Entravano e uscivano dalla stanza ridendo tra loro e ostruendo il passaggio a Y, quando, divincolatasi, la ragazza tentava di allontanarsi, consentendo in tal modo a Corsiglia di raggiungerla nuovamente, di afferrarla e spingerla nel box doccia del bagno, dove la costringeva a subire un ulteriore rapporto». E ancora: «La forzavano a bere della vodka, afferrandola per i capelli e tirandole indietro la testa e la costringevano e comunque la inducevano a compiere e subire ripetuti atti sessuali». Tra le immagini sequestrate anche quelle che ritraggono Ciro Grillo mentre compie un atto sessuale su una delle due ragazze, sfinita dall’alcol, inerte, addormentata. Insomma, il sesso non è stato consenziente così come sostenuto sin dal principio dalla difesa. Le immagini sequestrate nei telefoni dei quattro amici, infatti, dimostrerebbero il contrario.

I legali della difesa e dell’accusa

Intanto la difesa e l’accusa sembrano compatte su uno stesso fronte, quello del «no comment». L’avvocato della famiglia Grillo, Enrico Grillo, zio del ragazzo, contattato da La Stampa ha scelto di non rispondere e di non rilasciare dichiarazioni sul caso. Solo l’avvocato Gennaro Vella, difensore di uno dei ragazzi ha detto: «Non possiamo fare un processo di questo tipo sulla stampa. Non diciamo alcunché, se non che contestiamo ogni addebito. Ci difenderemo nelle sedi opportune». Stesso discorso per Giulia Bongiorno, che assiste una delle due vittime. Non una parola coi giornalisti: «Mi hanno cercato in tanti. Anche direttori di giornali. Ma credo che questo sia un processo in una fase troppo precoce. Può darsi che verranno tempi diversi, ma per ora manteniamo un impegno di riservatezza».

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