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Coronavirus, in Veneto più di 2 mila contagi e 34 morti. Zaia: «Contro i No-vax le istituzioni non possono lasciare la comunicazione ad altri»

30 Novembre 2020 - 14:33 Maria Pia Mazza
«È scandaloso sentire qualcuno che dice che i malati Covid sarebbero morti comunque. E questo vale anche per gli anziani», ha commentato il governatore veneto

Sono +2.003 i nuovi casi di positività al registrati nelle ultime 24 ore in Veneto, portando così il numero delle persone risultate contagiate dal Coronavirus sin dall’inizio dell’emergenza a quota 145.592. Un numero in flessione rispetto ai bollettini dei giorni precedenti, ma su cui pesa anche il numero inferiore di tamponi eseguiti e processati nell’ultimo giorno. Diminuito rispetto ai giorni precedenti anche il numero dei decessi: +34 rispetto a ieri, per un totale di 3.711 morti dall’inizio della pandemia.

Quanto alle ospedalizzazioni, sono attualmente ricoverati in area non critica 2.608 pazienti (+28 rispetto a ieri) mentre le persone ricoverate nelle terapie intensive della regione aumentano di +8, arrivando a quota 339 posti letto occupati da pazienti Covid. Numeri che segnano una fase di stallo, a detta del governatore del Veneto, Luca Zaia che, nella quotidiana conferenza stampa dalla sede della Protezione civile veneta, ha invitato comunque i cittadini a non abbassare la guardia, perché «il Covid riesce a prenderci spesso in contropiede».

Zaia: «Con l’indice RT a 1,2 il Veneto è a un passo dal diventare zona arancione»

Già, perché malgrado la situazione negli ospedali sia praticamente «stabile», l’indice RT del Veneto «ha raggiunto il valore 1,2, ed è, al momento, uno dei più alti in Italia», come sottolineato dal presidente della regione Zaia. Ed è per questo che il governatore ha ribadito che quindi la “partita” contro il virus è da porsi su un piano diverso rispetto alla prima ondata. Questa volta, infatti, non essendoci un lockdown totale, la partita «è incentrata sul tema del distanziamento sociale», che diventa quindi «tema strategico ed essenziale».

«Io penso che prima di tutto venga la salute – ha proseguito il governatore del Veneto – non si dica mai che questa amministrazione fa i conti con la calcolatrice. Noi abbiamo fatto l’impossibile per coniugare sanità pubblica ed economia». «Sono convinto – ha aggiunto – che se non investiamo nel distanziamento sociale, con l’aumento dell’indice RT, il grado di incidenza dei positivi sui tamponi fatti, il Veneto rischia di passare da zona gialla a una con maggiore restrizioni. E non possiamo esimerci dai dati».

Zaia: «Prioritario ristabilire patto tra cittadini e istituzioni»

«Con il Governo – ha proseguito Zaia – cercheremo di capire quali proposte ha, con uno spirito collaborativo. Questo Dpcm è elemento centrale di questa battaglia perché dovrà affrontare Covid, influenza e ovviamente la più grande campagna vaccinale che si sia mai fatta». E per far ciò «va risaldato un patto con i cittadini, coinvolgendoli», anche al fine di «non lasciare ad altri, in particolare ai negazionisti e i no-vax, la comunicazione sul piano della sicurezza sanitaria pubblica».

E infine un’osservazione critica verso alcuni commenti sulle persone morte per Covid: «È scandaloso sentire qualcuno che dice che i malati Covid sarebbero morti comunque. Penso che ci voglia anche del rispetto quando si parla di mortalità da Covid. Questo rispetto va tenuto anche nei confronti degli anziani: non sono rifiuti della società. E se noi siamo così è perché qualcuno ha patito per far grande il Veneto».

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