Coronavirus, la proposta delle regioni alpine al governo: impianti di sci aperti per ospiti di hotel e seconde case
Le regioni alpine non mollano. Nel tentativo di salvare la stagione sciistica e di contrastare così le possibili restrizioni anti Covid del governo, Veneto, Valle d’Aosta, Lombardia, Friuli Venezia Giulia e le Province Autonome di Trento e Bolzano hanno diffuso una richiesta ufficiale di mediazione: la possibilità cioè di tenere aperte le stazioni sciistiche per gli ospiti degli alberghi e delle seconde case. Un modo per salvare non solo l’economia degli impianti ma anche quella delle attività commerciali che ruotano attorno al turismo invernale.
All’appello si è aggiunta anche la Regione Abruzzo. «Mi sono confrontato con i miei colleghi delle Regioni Alpine», ha fatto sapere l’assessore regionale al turismo Daniele D’Amario, sottolineando come la strategia comune, definita insieme alle altre amministrazioni, è quella che vede l’apertura degli impianti «solo per chi pernotta almeno una notte» anche nelle destinazioni sciistiche
abruzzesi.
Lo scontro sul prossimo Dpcm del 4 dicembre tra governo e Regioni è ancora aperto, dunque, anche per la questione delle piste da sci. L’idea su cui gli amministratori locali si stanno battendo è di rinunciare agli sciatori occasionali ma a condizione che si tutelino i turisti che popoleranno alberghi e seconde abitazioni. Le intenzioni del governo, spinte anche dalle indicazioni dell’Istituto Superiore di Sanità, sono quelle invece di non rendere vane le misure anti Covid finora adottate. L’ipotesi è quella della chiusura delle stazioni sciistiche, anche e soprattutto nel tentativo di evitare le scene di assembramento a cui si è assistito durante la prima ondata.
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