Dpcm di Natale, verso l’ultimo scontro per riaprire ristoranti e piste da sci. Spostamenti tra regioni per pochi, ipotesi via libera per gli studenti fuorisede
Arriva alla stretta finale il nuovo Dpcm di Natale che già il 2 dicembre sarà illustrato dal ministro della Salute Roberto Speranza in Parlamento assieme al piano di distribuzione dei vaccini contro il Coronavirus di gennaio. Nei pochi giorni che mancano alla stesura del nuovo provvedimento, i governatori già promettono battaglia su più fronti, a cominciare dalla riapertura di bar e ristoranti, senza dimenticare il fronte delle piste da sci, su cui le regioni alpine sperano ancora in una soluzione che tenga aperti gli impianti e salvi almeno in parte la stagione sciistica.
A partire dalla prossima domenica passeranno in zona gialla tutte le attuali arancioni, che nelle ultime due settimane stanno registrando dati in miglioramento. Dal 13 dicembre la previsione sulla base dei dati di monitoraggio, secondo la Repubblica, è che tutte le regioni diventino gialle, tranne l’Abruzzo. L’effetto temuto è quello del «liberi tutti», che il governo vuole smorzare rinforzando le limitazioni anche in zona gialla.
L’ultima speranza per bar e ristoranti
Sulle attività di ristorazione, il governo avrebbe già messo la parola fine alle polemiche con il decreto Ristori quater, nel quale sono confermate le chiusure alle 18, come ricorda La Stampa. Secondo il governatore della Liguria, Giovanni Toti, ci sarebbero le condizioni per concedere l’apertura serale dei ristoranti almeno nei giorni di festa con una sorta di «zona bianca».
Una direzione che nel governo non trova ancora sponde, soprattutto su consiglio degli esperti del Cts come Silvio Brusaferro, ma anche Franco Locatelli e il capo del Comitato tecnico scientifico, Agostino Miozzo, che invocano un «approccio rigoroso» soprattutto per i giorni di festa, scrive Il Messaggero, perché il pericolo di una terza ondata a gennaio è molto più alto ora che si trascorre tanto tempo nei luoghi chiusi rispetto all’estate, quando è più frequente incontrarsi all’aperto. Nessuna concessione su questo fronte, quindi, neanche in zona gialla.
Gli spostamenti tra regioni e i ricongiungimenti famigliari
Il governo e gli esperti non sono in vena di regali per questo Natale, tantomeno nei giorni precedenti. Nonostante l’intenzione del premier Giuseppe Conte di consentire a quanti più italiani possibile di trascorrere le feste in famiglia, come riporta il Corriere della Sera, i ministri più rigoristi, da Dario Franceschini a Francesco Boccia, premono per non allentare le maglie per chi ha intenzione di spostarsi fuori regione. Le concessioni per il ricongiungimento famigliare, non oltre il 20 dicembre, dovrebbero prevedere quindi la possibilità di raggiungere la famiglia per un solo parente di primo grado, in caso per esempio di genitori anziani che rischiano di restare da soli.
Resterà sempre consentito il rientro per chi lavora fuori regione e ha mantenuto la residenza nel paese di origine. Una regola che potrebbe essere sfruttata anche per la seconda casa, laddove sia stata tenuta lì la residenza. Cresce anche l’ipotesi di una deroga per gli studenti fuorisede, sempre muniti di autocertificazione, anche se hanno trasferito la propria residenza nel luogo in cui studiano. La quarantena resta obbligatoria per chi rientra dall’estero.
L’ultima battaglia sulle vacanze
Nel vertice previsto oggi tra i presidenti delle Regioni, alla vigilia dell’incontro di domani 1 dicembre con il governo, si cerca una linea comune da proporre per la riapertura degli impianti sciistici. L’idea dei governatori delle regioni montane è di concedere le vacanze solo per chi decide di trascorrerle in albergo, tagliando fuori gli sciatori mordi e fuggi del weekend. A questi si aggiungono i proprietari delle seconde case.
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