Coronavirus. Il servizio di Report e il Pdf del Piano Pandemico mai aggiornato dal 2006
«Di fatto, se c’è una cosa positiva dell’epidemia di Ebola è che può servire come avvertimento, da campanello di allarme per prepararci». Sono le parole di Bill Gates riportate durante un suo intervento TED del 2015 che per qualcuno aveva spacciato come profezia della Pandemia Covid19. In realtà era stato fin troppo ottimista perché questa nuova emergenza sanitaria ha rivelato come il mondo non fosse affatto preparato e il servizio di Report sul piano pandemico italiano avvalora questa situazione.
L’inchiesta
L’inchiesta «La consapevole foglia di fico» andata in onda ieri sera, lunedì 30 novembre 2020, fa seguito a una risalente al 18 maggio e dal titolo «Copia&Incolla» in cui si evidenzia come il «Piano pandemia influenzale» del Ministero della Salute sia ancora lo stesso del 2006. Report denuncia anche un altro caso, ossia la scomparsa di uno studio sul piano pandemico ritirato e la presunta manina da parte del direttore aggiunto dell’OMS, Ranieri Guerra.
Lo stesso Ranieri Guerra aveva contestato Report per aver omesso, in un ancor precedente inchiesta sull’Oms, che da ex direttore della prevenzione del Ministero della Salute «aveva lasciato un piano pandemico aggiornato a fine 2016». C’è un problema, perché quel piano presente nel sito del Ministero è ancora lo stesso del 2006.
Il dossier «scomparso»
Partiamo dal documento «An unprecedented challenge – Italy’s first response to COVID-19» annunciato il 14 maggio 2020 e letteralmente scomparso pochi giorni dopo dal sito dell’ente che l’aveva pubblicato, quello dell’OMS Europa (qui un salvataggio su Archive).
Il dossier, pubblicato dai ricercatori dell’Oms europea con sede a Venezia, è ancora oggi linkato nel sito dell’UNIDO ITPO alla sezione «Covid-19: informativa», ma anziché rimandare al PDF si viene reindirizzati alla homepage del sito dell’OMS Europa. Le tracce del documento ci sono, qualcuno l’ha scaricato e pubblicato altrove rendendo inutile ogni forma di «censura». A qualcuno il dossier non era piaciuto, come a Ranieri Guerra che in una email recuperata da Report dove pretende alcune modifiche sul piano pandemico e la rimozione di un riferimento:
*****, devi correggere subito nel testo:
1- Piano nazionale di preparazione e risposta ad una pandemia influenzale; Ministero della Salute, 2006
E riportare quanto disponibile al sito minsalute: Ultimo aggiornamento dicembre 2016.
Non fatemi casino su questo. Ed eliminate il riferimento a quello scemo di Curtale. Stasera andiamo sui denti di Report e non possiamo essere suicidi.
Ti avevo pregato di farmi rileggere il draft prima della stampa… accidenti… Adesso blocco tutto con Soumya. Fammi avere la versione rivista appena puoi. Così non può uscire.
Il nome di Ranieri Guerra è presente nel dossier dell’OMS europeo ed è citato nei ringraziamenti per la review dello stesso, ma nell’email sostiene di non aver letto la bozza prima della stampa.
Il file del 2006 non «aggiornato al 2016»
Ranieri Guerra, nell’email riportata da Report, chiede di inserire un nota riguardo l’aggiornamento datato 2016 del piano pandemico pubblicato nel 2006. Il piano si trova ancora oggi pubblicato nel sito del Ministero della Salute, ma è ancora lo stesso dal 2006.
Il file PDF presente nell’area del Ministero risulta tracciato da Web Archive negli anni permettendo di verificare eventuali modifiche. La lettura dei metadata nel file attualmente presente nel sito del Ministero dimostra che non risultano aggiornamenti.
Scaricando quello del 2006 e quello attuale presente sul sito possiamo fare un confronto tramite tool come quello fornito dal sito Diffchecker.com: «The two files’ text is identical». Per scrupolo, e a scanso di equivoci, ho effettuato una modifica a uno dei due file aggiungendo un «2006» nel titolo: il tool individua la differenza, allo stesso modo in cui viene rilevata dal sito Draftable.com (il test con i file originali è consultabile qui).
«Il riferimento a quello scemo di Curtale»
Nell’email pubblicata da Report e attribuita a Ranieri Guerra leggiamo la richiesta di rimuovere dal dossier veneziano il riferimento a un articolo pubblicato il 15 aprile nel sito Saluteinternazionale.info a firma Filippo Curtale, Direttore UOC Rapporti internazionali, INMP (Istituto Nazionale per la promozione della salute delle popolazioni Migranti e il contrasto delle malattie della Povertà). Il titolo «C’era una volta il Piano pandemico» potrebbe farci comprendere come mai non possa piacere a Ranieri Guerra, ma anche al Governo italiano vista la citazione riportata all’inizio dell’articolo:
“Si è scambiata una emergenza, che era di sanità pubblica, per una emergenza di terapie intensive. All’inizio, non sono stati isolati casi, non sono state fatte le indagini epidemiologiche, non sono stati fatti i tamponi ai pazienti, i medici sono andati in giro senza protezione individuale… e soprattutto hanno involontariamente diffuso il contagio”. (Dott. Guido Marinoni, presidente dell’Ordine dei Medici di Bergamo)
Curtale boccia, di fatto, la gestione italiana della pandemia:
Pur essendo stati allertati per tempo e trovandoci nelle condizioni migliori per rispondere adeguatamente alla pandemia, ben poco è stato fatto per prevenirla e controllarla. Il piano pandemico è stato ignorato, il virus è entrato in Italia ha circolato liberamente per settimane, le competenze epidemiologiche italiane non sono state attivate, come notano giustamente Forastiere ed al.[3] Il risultato è stato che, quando la pandemia è esplosa, gran parte delle risorse disponibili sono andate a potenziare il sistema ospedaliero e di terapia intensiva, con la ribalta mediatica occupata da virologi, esperti in vaccini e di terapia intensiva, mentre ci sarebbe bisogno di capire dove abbiamo sbagliato o cosa si potrebbe fare affinché in futuro i piani pandemici vengano applicati con successo.
«Qualcosa non ha funzionato», scrive ancora Curtale che riporta alcune analisi delle debolezze del sistema come quello della gestione degli arrivi, criticato in un articolo di Open del primo febbraio in cui si poneva la necessità che il Governo e il Ministro Speranza sistemassero una falla che poteva recare danno al Paese.
L’analisi di Pier Paolo Lunelli
Durante il mese di agosto venne pubblicato un documento (aggiornato nei mesi successivi) a firma Pier Paolo Lunelli, ex generale e responsabile della Scuola Interforze per la Difesa Nbc, in cui sono stati riportate le critiche, i punti deboli e il mancato aggiornamento del del piano pandemico non aggiornato nel sito del Ministero dal 2006.
Nel documento viene citata la Decisione n. 1082/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio, datato 22 ottobre 2013, in cui si metteva in evidenza che un’adeguata pianificazione sul rischio pandemico doveva essere considerato un «obbligo nazionale»:
Gli Stati membri dovrebbero fornire regolarmente alla Commissione aggiornamenti sullo stato di avanzamento della loro pianificazione della preparazione e della risposta a livello nazionale. Le informazioni comunicate dagli Stati membri dovrebbero contemplare gli elementi che gli Stati membri sono obbligati a riferire all’OMS nel contesto dell’RSI.
Visto quanto riportato nella Decisione UE del 2013, secondo Lunelli tutti gli Stati europei erano da allora vincolati giuridicamente a mantenere aggiornata la pianificazione pandemica seguendo le linee guida dell’Oms e del Centro Europeo per il controllo delle malattie, ma evidenzia che il piano pandemico nazionale «non è mai stato costantemente aggiornato a partire dal 2010, o forse anche dal 2006».
C’è da dire che se andiamo a leggere l’elenco dei piani pandemici pubblicati nel sito dell’ECDC l’Italia è in «buona compagnia» visto che pochi paesi, come la Germania e la Svezia hanno aggiornato i loro documenti al 2015 e 2016 mentre gli altri riportano date anche precedenti al 2006. Attenzione, nell’elenco l’Italia riporta un aggiornamento al 2010 ma i file linkati sono gli stessi del 2006 senza alcun aggiornamento riscontrato.
La risposta del Governo a Report
Nell’area dedicata all’inchiesta «La consapevole foglia di fico» troviamo le risposte del Ministero della Salute alle domande di Report. In merito al dossier veneziano, l’ufficio stampa dichiara che non risulta essere un documento ufficiale dell’OMS e che non sarebbe mai stato trasmesso presso gli uffici del Ministero stesso. Risulta strana l’affermazione riguardo al dossier «non dell’OMS» quando lo stesso riporti nell’intestazione il logo dell’OMS Europa.
Report pone una domanda riguardo ai piani pandemici in corso: «Esistono piani di gestione della pandemia in corso riservati o tutelati da confidenzialità?». L’ufficio stampa risponde così:
Per quanto riguarda la risposta al Covid-19, il piano dell’Italia è declinato nel documento “Prevenzione e risposta a Covid-19: evoluzione della strategia e pianificazione nella fase di transizione per il periodo autunno-invernale” realizzato da Ministero della Salute, Istituto Superiore di Sanità, Consiglio Superiore di Sanità, AIFA, INMI Lazzaro Spallanzani, Protezione Civile, Inail, Conferenza Stato Regioni, AREU 118 Lombardia, Fondazione Bruno Kessler (FBK), Struttura commissariale straordinaria per l’attuazione e il coordinamento delle misure occorrenti per il contenimento e contrasto dell’emergenza epidemiologica COVID-19 e altri. Il documento è disponibile sul sito internet del Ministero della Salute: www.salute.gov.it.
Per curiosità, ecco i metadati del documento citato nella risposta a Report dal Ministero che risale al 13 ottobre 2020:
Aggiornamento ore 11:39
Ci segnalano che il documento non sarebbe stato rimosso dal sito dell’OMS, ma sarebbe accessibile tramite utente e password a questo indirizzo e che tale documento «non era stato fatto per il grande pubblico». Visto quanto riportato in questo articolo di Open Fact-checking, il documento era stato reso pubblico e pubblicizzato da canali legati alle nazioni unite (UNIDO ITPO). Report ne parla il 2 novembre 2020, mentre il The Guardian ne parla il 13 agosto:
On 13 May, the WHO published an independent narrative report, examining what happened at the beginning of the pandemic in Italy. The objective was to help other countries avoid the sort of disaster that occurred in Lombardy. It was called: “An unprecedented challenge; Italy’s first response to Covid-19”.
But the following day, the report was taken down from the WHO website and references to it were deleted, at the request, the Guardian understands, of Dr Ranieri Guerra, WHO’s assistant director-general for strategic initiatives.
The report, prepared by the Covid-19 Emergency Team at the WHO European Office for Investment for Health and Development in Venice, stated that Italy’s pandemic plan dated to 2006, in the aftermath of Sars, and was later “reconfirmed”.
Dr Guerra has been the director general for preventive health at the Italian ministry of health and chief medical officer of Italy since 2014 – in charge of the office that was responsible for any updating.
“Italy was not totally unprepared for an epidemic when the first news bulletins came from China,” said the deleted report. “In 2006, after the first severe acute respiratory syndrome (Sars) epidemic, the Italian ministry of health and regions approved a national pandemic influenza preparedness and response plan, reconfirmed in 2017, with guidelines for regional plans.”
Guerra declined to speak to the Guardian when contacted on Wednesday.
Conclusioni
Come Open Fact-checking non possiamo, al momento, confermare la veridicità delle email pubblicate da Report e attribuite a Ranieri Guerra.
Risulta veritiero il fatto che il dossier pubblicato dall’OMS Europa non risulti più online nel proprio sito mentre risulti consultabile altrove.
Dati alla mano, risulta corretto sostenere che il Piano Pandemico presente attualmente nel sito del Ministero della Salute non sia stato aggiornato dal 2006, anno della sua pubblicazione.
Nel sito dell’ECDC risulta che il Piano sia stato aggiornato al 2010, mentre sul sito del Ministero nel 2016, ma il file linkato è ancora lo stesso del 2006.
Il Governo, attraverso l’ufficio stampa del Ministero della Salute, al quesito di Report «Esistono piani di gestione della pandemia in corso riservati o tutelati da confidenzialità?» risponde con un documento attuale e datato ottobre 2020, ma sarebbe stato meglio conoscere il piano di gestione attuato fin dall’inizio dell’emergenza Covid19.
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