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Sul Dpcm di Natale il muro del governo con i governatori: ristoranti chiusi la sera anche in zona gialla. Dal 15 gennaio possibili aperture

01 Dicembre 2020 - 15:56 Fabio Giuffrida
Il governo dice no all’allentamento delle restrizioni: non è il momento di abbassare la guardia. Anche il sistema a zone con tre colori (rosso, arancione e giallo) resterà in vigore

Il governo non cede e rimanda tutto a domani, quando è previsto un nuovo incontro con le regioni. Al momento, infatti, rimane il coprifuoco alle 22 a Natale e Capodanno. I bar e ristoranti continueranno a rimanere chiusi alle 18 anche nelle regioni gialle, come dovrebbe diventare tutta l’Italia prima delle festività natalizie. Nessun allentamento importante delle misure anti-Covid previste per il Dpcm di Natale: l’esecutivo, infatti, ha optato per il pugno duro, per evitare un rialzo dei contagi già a gennaio. Il sistema a zone con tre colori – rosso, arancione e giallo – dunque resterà in vigore, secondo quanto emerge dall’incontro in videoconferenza tra il ministro Francesco Boccia e i presidenti di regione. «Eventuali allentamenti delle misure verranno decisi a partire dal 15 gennaio», questa la decisione del ministro della Salute Roberto Speranza, secondo quanto riportato dal Corriere della Sera. La sfida, dunque, si giocherà tutta a Natale. No alle richieste di accelerare le riaperture: «Serve mantenere rigore e prudenza per non vanificare i primi risultati che stiamo vedendo», ha detto il ministro.

No spostamenti tra regioni

«Bisogna evitare gli spostamenti tra regioni e mantenere il limite delle 22 per la circolazione: sono due punti centrali e imprescindibili del modello di sicurezza che stiamo costruendo insieme», ha aggiunto, invece, il ministro Francesco Boccia. Confermato lo stop a piscine, palestre e attività sciistiche, nonostante il pressing di questi giorni. «Il tema non è la pista da sci ma le relazioni sociali che si sviluppano al contorno dell’attività sciistica», ha spiegato Speranza.

Dpcm fino al 10 gennaio

Il prossimo Dpcm – che entrerà in vigore venerdì 4 dicembre – potrebbe durare almeno fino a domenica 10 gennaio. La bozza del nuovo provvedimento sarà inviata domani, 2 dicembre, alle regioni per un’ultima valutazione. Sempre domani il governo farà un passaggio davanti alle Camere. La firma il 3 dicembre. Intanto è in corso la riunione del premier Giuseppe Conte con i ministri Roberto Speranza e Federico D’Incà e i capigruppo di maggioranza.

La polemica del governatore dell’Abruzzo

Il governatore dell’Abruzzo, Marco Marsilio, a proposito della classificazione della sua regione in zona rossa e ai tempi del passaggio in fascia arancione, ha detto: «Insieme agli altri presidenti, ho chiesto una valutazione più possibile e più ancorata ai dati reali, piuttosto che restare vincolati a un calendario rigido che può produrre esiti paradossali e penalizzazioni ingiustificate». Secondo Marsilio ci sarebbe una «asimmetria» nel passaggio da una fascia all’altra: «Quando si tratta di passare in una fascia di maggior rischio, la relativa classificazione avviene immediatamente mentre il processo contrario comporta non meno di 21 giorni».

Toti: «Confronto proficuo con il governo»

Il presidente della Regione Liguria, Giovanni Toti, ha parlato di un confronto proficuo con il governo: «Ora attendiamo di valutare nel dettaglio le norme del prossimo Dpcm. C’è la consapevolezza comune, in un’ottica di leale collaborazione istituzionale, della necessità della massima condivisione delle regole».

Zaia: «Deliberate sull’assembramento, non su altro»

«È inutile concentrarsi sulle piste da sci, sul teatro o sul cinema. Ho detto ai ministri: se l’assembramento è il problema, deliberate sull’assembramento», queste le parole del presidente del Veneto Luca Zaia secondo cui «è inutile che il gestore del cinema si trovi la sala vuota e la piazza piena». Poi il governatore ha chiesto ai ministri presenti di far chiudere le piste da sci «anche negli altri Paesi», qualora dovesse essere confermato lo stop in Italia. Il ministro Boccia avrebbe assicurato che «il premier sta lavorando perché tutti chiudano, staremo a vedere».

Secondo il governatore, il Dpcm «deve essere scritto a due mani, perché è centrale nella storia del Covid» e deve essere di «lunga gittata fatto con i presidenti, e che sia di prospettiva». «Abbiamo 48 ore, se il governo ci manda in serata una bozza di testo si inizia a lavorare. Ce l’hanno già i giornali, almeno ce lo diano anche a noi. Noi regioni diamo solo un parere, ma vogliamo che sia positivo, e finora è sempre stato positivo. Non si può gestire tutto con l’imposizione, è un percorso da fare assieme o ci faremo molto male», ha aggiunto. Infine sul lavoro di medici e infermieri che non conoscono feste, ha dichiarato: «Si parla tanto di rinuncia al Natale ma si abbia rispetto verso quelli che a Natale lavoreranno negli ospedali. Quel giorno ricordiamoci dei sanitari e delle persone malate».

Foto in copertina: Ansa/Paolo Salmoirago

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