Un’orgia a Bruxelles nonostante il lockdown: l’eurodeputato che imbarazza l’Ue è un fedelissimo di Orbán
Si chiama József Szájer ed è l’eurodeputato che, nella notte tra il 27 e 28 novembre, ha preso parte – nonostante le norme anti-Covid – a un festino a luci rosse tra soli uomini nel centro di Bruxelles. Szájer, membro del partito ungherese al governo Fidesz e fedelissimo del premier Viktor Orbán, ha annunciato due giorni più tardi le dimissioni da membro del Parlamento europeo, dove sedeva dal 2004, e l’addio alla politica, senza però menzionare l’episodio alla base del passo indietro. Solo oggi, 1 dicembre, dopo che le indiscrezioni sul suo coinvolgimento hanno iniziato a rimbalzare sui media ungheresi, Szájer è uscito allo scoperto.
«Ero presente», ha ammesso in una nota il deputato, che fu tra i membri fondatori di Fidesz, il partito conservatore di Orbán, e in Ungheria è considerato l’architetto della deriva illiberale del premier. La notizia del festino è stata pubblicata questa mattina dai media belgi. Secondo quanto scritto dal quotidiano Dernier Heure, la polizia ha fatto irruzione nella notte in un locale nel centro della capitale, identificando i presenti, compresi diplomatici e funzionari della Commissione europea, e fermando 25 persone, accusate di aver infranto le restrizioni anti-Covid in vigore in Belgio. Stando alla ricostruzione dei media, l’eurodeputato – di cui inizialmente non era stato pubblicato il nome – ha provato a darsi alla fuga e, dopo avere invocato l’immunità, è stato anch’egli identificato.
Il “contributo” alla Costituzione ungherese
Nel locale dove s’è tenuto il festino, a base di alcol e sesso, sono state rinvenute sostanze stupefacenti, come anche nello zaino di Szájer. Il deputato però respinge ogni accusa: «Non ho fatto uso di droghe. La polizia sostiene di avere trovato una pillola di ecstasy, ma non è mia. Non so chi né come ce l’abbia messa». Il deputato si dice poi «dispiaciuto per aver violato le restrizioni anti-Covid», prima di porgere le proprie «scuse ai colleghi, agli elettori, alla mia famiglia». In Ungheria non è passato inosservato come, nel 2010, Szájer abbia avuto un ruolo centrale nella stesura della nuova Costituzione, e in particolare del passaggio sulla «difesa del matrimonio come unione tra uomo e donna». Si tratta dell’articolo M della Costituzione e recita:
L’Ungheria protegge l’istituzione del matrimonio tra uomo e donna, una relazione matrimoniale stabilita volontariamente, e la famiglia come base per la sopravvivenza della nazione
Questo passaggio fu fortemente contestato dalla società civile ai tempi della riforma costituzionale, ma strenuamente difeso da Szájer, uno dei tre estensori della Carta. Interpellato dal sito Euractiv su come si potessero negare in una Costituzione del XXI secolo i diritti delle persone omosessuali, l’eurodeputato ungherese rispose che non esiste una legislazione o un requisito dell’Unione europea in tal senso. «Dipende anche da come interpretiamo il XXI secolo», disse Szájer. «Non credo che il concetto tradizionale di matrimonio sia cambiato solo perché siamo entrati in un altro millennio».
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