Parla la maestra vittima di revenge porn: «Messa alla gogna pubblica dalla dirigente»
Si è conclusa con una frase liberatoria la testimonianza della maestra di scuola materna che ha perso il lavoro a causa della diffusione di filmati che la ritraggono in atteggiamenti intimi. «Finalmente ho potuto raccontare tutta la verità. È stata dura, ma mi sono tolta un peso dallo stomaco», ha dichiarato nell’aula 47 del tribunale di Torino. L’insegnante, vittima di revenge porn, ha accusato la dirigente scolastica di averla «sottoposta a una gogna pubblica» durante un incontro con i colleghi, durante il quale la dirigente le avrebbe affibbiato l’aggettivo di «svergognata».
Dopo l’allontanamento dei giornalisti dall’aula, disposto dal giudice Modestino Villani per questioni relative alla sicurezza sanitaria in era Covid, il dibattimento è iniziato con il racconto della maestra. Nella sua denuncia, l’insegnante ha dichiarato di aver inviato foto e video erotici all’ormai ex fidanzato, calciatore di una squadra dilettante, il quale ha a sua volta ricondiviso i filmati nella chat del calcetto. Per il rapporto di fiducia violato, l’uomo ha già ottenuto una messa alla prova da parte dei giudici, dovendo così svolgere un anno di lavoro nei servizi sociali.
Tornando alla testimonianza della maestra, si apprende come quel materiale video-fotografico ha iniziato a circolare in maniera incontrollata, finendo addirittura sul cellulare dei genitori di un suo allievo. Vista la situazione, l’insegnante avrebbe pensato di confidare l’accaduto alla sua dirigente, la quale avrebbe invitato la donna a dimettersi. Negli atti c’è scritto che la dirigente avrebbe accusato la maestra di «incompatibilità con il lavoro di educatrice». «Se avesse dato spontaneamente le dimissioni – si legge ancora nelle carte, la dirigente – non avrebbe avvisato le altre strutture». In caso contrario, l’insegnante «avrebbe avuto un marchio per tutta la vita». Dopo un momento di incertezza sul da farsi, la maestra avrebbe ceduto, rassegnando le dimissioni.
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