Via libera nel Regno Unito a Pfizer-BioNTech. Gelo della Ue che sconsiglia di prendere decisioni in autonomia
Il vaccino di Pfizer-BioNtech sarà disponibile nel Regno Unito a partire dalla prossima settimana. Il Regno Unito diventa così il primo Paese occidentale ad approvare un vaccino contro SARS-Cov-2, aprendo la strada all’immunizzazione di massa a cominciare dai soggetti più a rischio. Albert Bourla, presidente e amministratore delegato di Pfizer, ha parlato di «un momento storico nella lotta contro il Covid-19». Il vaccino è stato autorizzato per l’uso di emergenza dalla Medicines and Healthcare Products Regulatory Authority (Mhra), l’autorità britannica, con una decisione che ha anticipato quelle della Fda negli Stati Uniti e dell’Ema in Europa.
Priorità ad anziani e personale medico
«Il governo ha accettato la raccomandazione dell’autorità di regolazione sui farmici del Regno, la Mhra, per approvare l’uso del vaccino Covid-19 della Pfizer-BioNTech», si legge in un comunicato del ministero della Sanità. «Il vaccino sarà disponibile in tutto il Regno Unito a partire dalla prossima settimana con la priorità agli anziani delle case di riposo e il personale medico», aggiunge la nota. La Mhra afferma che il vaccino offre fino al 95% di protezione contro il virus ed è sicuro per il lancio delle vaccinazioni di massa. Il Regno Unito ha già ordinato 40 milioni di dosi, sufficienti per vaccinare 20 milioni di persone, con due iniezioni ciascuna, riferisce la Bbc. Presto dovrebbero essere disponibili circa 10 milioni di dosi con le prime in arrivo nel Paese nei prossimi giorni.
La reazione dell’Ue
Piccata la reazione dell’Ema che ritiene che «l’autorizzazione condizionata sia il meccanismo più appropriato in questa emergenza pandemica». La Gran Bretagna fino al 31 dicembre è ancora un paese membro dell’Unione europea, per questo è di competenza dell’agenzia europea del farmaco che è a sua volta chiamata a dare il via libera alla commercializzazione dei vaccini. Nonostante le istituzioni europee sconsiglino fortemente ai Paesi membri di prendere decisioni di questo tipo in autonomia, questi ultimi sono di fatto autorizzati a non richiedere un parere a organi istituzionali europei – quando si tratti di emergenza sanitaria come in questo caso – prima della commercializzazione.
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