Coronavirus, i numeri sono in calo ma le regioni «sbiadiscono» troppo in fretta – Il report della Fondazione Gimbe
Come ogni settimana, la Fondazione Gimbe ha pubblicato il monitoraggio che traccia l’andamento dell’epidemia di Coronavirus nel nostro territorio. Tra il 25 novembre e il 1° dicembre sono diminuiti i nuovi casi positivi al Covid-19: sono 165.879 invece che 216.950. C’è poi anche la diminuzione di un altro valore fondamentale per capire come si sta muovendo il virus: il rapporto positivi e casi testati. Nella scorsa settimana era del 27,9%, ora è arrivato al 24,7%. Per quanto riguarda l’ambito sanitario, diminuiscono sia i ricoveri di pazienti con sintomi che le terapie intensive. Aumentano invece i decessi: dai 4.842 della scorsa settimana sono passati a 5.055. La crescita quindi è stata del 9,9%.
La Fondazione Gimbe chiede poi prudenza al Governo nella definizione dei colori delle regioni. Secondo i dati riportati dalla sua analisi, infatti l’unico indice in calo nelle regioni che hanno abbassato il grado di allerta è l’Rt. Renata Gili, responsabile Ricerca sui Servizi Sanitari di Gimbe ha chiarito: «Non si intravedono risultati tangibili a 3 settimane dall’introduzione delle misure. Sbiadire troppo presto il colore delle Regioni rischia di determinare una risalita prima dell’indice Rt, poi della curva epidemica e quindi dei tassi di ospedalizzazione».
Nino Cartabellotta, presidente della Fondazione, ha chiarito anche che lo scenario in cui tutte le regioni entraranno in zona gialla non è esattamente dietro l’angolo: «Ipotesi di un Italia “tutta gialla” in tempi brevi è più un desiderata della politica che una strategia di controllo della pandemia». Nelle scorse ore il ministro per gli Affari Regionali Francesco Boccia aveva dichiarato: «Da qui a 15 giorni tutta Italia o gran parte sarà gialla, pensiamo a restrizioni puntuali che non ci fanno allentare i nostri comportamenti».
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