Recovery Plan all’ultima curva: il governo lavora a 60 progetti e una task force di ‘soli’ 100 tecnici
Il governo è al lavoro per fare una ultima limatura dei progetti che confluiranno nel Recovery Plan italiano. Secondo le indiscrezioni delle ultime ore, potrebbero essere individuati fino a 60 progetti. Il piano sarà sul tavolo del prossimo Consigli dei ministri, che dovrebbe essere convocato lunedì 7 dicembre. La riunione, che inizialmente si era ipotizzato di tenere già tra il 4 e il 5 dicembre, servirà anche a discutere della governance chiamata a gestire i 209 miliardi in arrivo dall’Unione europea, e che il governo dovrebbe poi tradurre in un emendamento dalla manovra.
«Non siamo in ritardo sul Recovery Fund – ha detto il premier Giuseppe Conte in conferenza stampa per presentare le misure anti Covid -, stiamo preparando per lunedì, anche se il giorno deve essere ancora concordato, un Consiglio dei ministri straordinario dedicato al Recovery Fund. Approveremo il Recovery Plan e la struttura di governance, non tutti i singoli progetti. Aggiorneremo il Parlamento continuamente sullo stato dell’arte. Il confronto è settimanale con l’Unione europea».
Conte: «Ci sono diversità di vedute»
Sul fronte della governance, il premier Conte ha confermato che ci sono «diversità di vedute» all’interno della maggioranza di governo: «Ci sono differenze ma non sono perché deve comandare Conte o Gualtieri, si discute sulla struttura migliore nell’interesse del Paese». Secondo le indiscrezioni raccolte dall’agenzia Ansa, si va verso una struttura più snella di quanto immaginato inizialmente, con meno di 100 tecnici, e non più 300, a coadiuvare i sei manager per l’attuazione del piano.
Oggi il ministro dell’Economia Roberto Gualtieri ha detto che «a brevissimo cercheremo l’opportunità di un confronto con le forze economiche e sociali». Duro il commento sull’operato del governo da parte di Confindustria: «Abbiamo passato sei mesi tra Stati generali, precise richieste su priorità per l’uso del Recovery Fund e interventi strutturali e riforme in coerenza con le linee guida della Commissione Ue e lezioni apprese in 25 anni di bassa crescita. Che sul Recovery il governo sia indietrissimo su progetti e governance è e resta un fatto oggettivo e innegabile».
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