Le pagelle di Zangrillo sulla gestione della pandemia: «Fontana? Poteva fare meglio. Zaia l’unico buon esempio»
Sono lontani i tempi in cui il professore Alberto Zangrillo dichiarava «strumentali» gli attacchi alla sanità lombarda. A differenza dei mesi estivi, e dopo aver vissuto il picco, ora in discesa, di una seconda ondata, il primario di Rianimazione del San Raffaele di Milano, sembra non essere dello stesso avviso sulla valutazione in campo sanitario della Lombardia. «La giunta lombarda di Fontana? Potevano fare meglio, ma per prendere decisioni ci vogliono mani libere». L’affondo fatto durante La Confessione, il programma di Peter Gomez su canale Nove, è piuttosto netto.
In quella che Zangrillo ha annunciato essere la sua ultima apparizione televisiva, il professore ha invitato più coraggio decisionale. «Quello che io noto è che in Italia ci si perde quando c’è la necessità di dover ricondurre tutti a un equilibrio che è più su base politica che su base sostanziale» ha spiegato. «Devi avere il coraggio di dire come ho fatto io, che infatti non vado in politica: “La linea è quella, l’obiettivo è quello”».
Una presa di posizione che secondo lo scienziato non avrebbe dovuto far paura: «I rischi che corro per arrivare là sono quelli che si frantumi una coalizione politica? Corro quel rischio» ha continuato, riferendosi al ruolo del presidente di Regione. L’esempio da perseguire secondo Zangrillo sarebbe quello del governatore del Veneto: «L’unico presidente che ha saputo governare questo fenomeno è stato Zaia», ha detto, «perché probabilmente aveva le mani molto libere».
Il professore del San Raffaele si è poi espresso anche sulla gestione più ampia della crisi epidemica da parte del governo. «Giuseppe Conte sta ben figurando? In questo momento è l’unica persona in grado di garantire tutti noi» ha detto, «il mio giudizio nei suoi confronti è assolutamente positivo».
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