Dpcm di Natale, le regole per spostarsi tra Comuni e Regioni
Con le ultime misure anti-Covid che sono state annunciate ieri, 3 dicembre, dal premier Giuseppe Conte cambieranno le regole per spostarsi tra Comuni e Regioni. Il 25 e 26 dicembre e il 1° gennaio sarà vietato muoversi da un Comune all’altro, fatta eccezione per i casi di lavoro, necessità, salute e per rientrare nel luogo di residenza, domicilio o abitazione. Quest’ultimo è inteso come il luogo «dove si abita con continuità o periodicità». Per quanto riguarda invece lo spostamento tra Regioni sarà vietato – salvo le medesime eccezioni di cui sopra – dal 21 dicembre al 6 gennaio compresi. Fino al 20 dicembre, dunque, gli spostamenti tra Regioni saranno regolamentati dai criteri utilizzati fino a oggi, e dunque dalle limitazioni proprie delle tre fasce di rischio che abbiamo imparato a conoscere: rossa, arancione e gialla.
Ricapitolando: nelle zone rosse è vietato in qualsiasi orario ogni spostamento da un Comune all’altro e all’interno dei Comuni stessi, salvo che per motivi di lavoro, necessità e salute; in quelle arancioni vige il divieto di lasciare il proprio Comune, e ovviamente la propria Regione, e quello di circolare dalle 22 alle 5. Su questo fronte, oggi, 4 dicembre, sono arrivate novità. Con le nuove ordinanze del ministro Roberto Speranza, da domenica 6 dicembre nuove Regioni potranno riaprire i propri confini.
Toscana, Campania, Valle d’Aosta e Bolzano in zona arancione
Andando per gradi e partendo dalle zone più a rischio, le Regioni che dalla fascia rossa passano a quella arancione sono Toscana, Campania, Valle d’Aosta e Provincia Autonoma di Bolzano. «La Toscana ha già dati fra zona gialla e arancione», aveva anticipato il presidente di Regione Eugenio Giani, «chiuderemo la settimana con 5-6 mila contagiati rispetto ai 16 mila registrati nel corso della prima settimana di novembre». Il salto in arancione permette di uscire dalla zona a più alto pericolo epidemiologico ma non consente ancora ai cittadini gli spostamenti fuori dal proprio Comune.
Lombardia in zona gialla dall’11 dicembre
Niente riapertura di confini al momento neanche per la Lombardia, che rimane arancione. Attilio Fontana, il presidente di Regione, ha annunciato il probabile passaggio da zona arancione a zona gialla per le date dell’11-12 di dicembre, «nel caso in cui i dati su contagi, decessi e ricoveri dovessero rimanere in linea con quelli attuali». Questo vorrebbe dire la riapertura dei confini prima di Natale. Spostarsi fuori dal proprio Comune non sarà più vietato, né si dovrà più portare con sé un’autocertificazione quando ci si muove.
Il Piemonte per ora resta arancione
Resta arancione anche il Piemonte, almeno per il momento. Secondo le regole del governo devono trascorrere almeno 14 giorni prima di poter cambiare colore e la Regione Piemonte, con la Lombardia, è diventata zona arancione solo il 29 novembre. Chi potrà riaprire i confini già da inizio settimana prossima sono Friuli Venezia-Giulia, Emilia-Romagna, Puglia, Umbria e Marche, passate in zona gialla.
La situazione in Puglia
Le anticipazioni di presidenti e assessori alla Salute avevano dato nelle ultime ore la conferma di un alleggerimento imminente. «Probabile che la Puglia passi in zona gialla» aveva anticipato il professore Luigi Lopalco, assessore regionale alla Salute. Un passaggio motivato da un indice Rt attualmente sotto l‘1 ma che non lascia tranquillo Lopalco: «C’è un brutto fraintendimento comunicativo: dire che una regione è gialla, significa dire che il pericolo non c’è, è passato e io ho il terrore del liberi tutti», ha spiegato.
Emilia-Romagna in giallo tra 48 ore
La possibilità di passare in giallo non spaventa invece il presidente dell’Emilia-Romagna Stefano Bonaccini, che annunciando l’uscita dalla zona arancione a partire da domenica, ha definito la discesa dell’indice di trasmissione del contagio «un risultato enorme». Tra 48 ore dunque anche in Emilia-Romagna si potrà circolare tra Comuni. Lo stesso vale per le Marche, dove l’indice Rt nella Regione è sceso da 1.17 a 0.97, in discesa anche i ricoveri. «Le cifre dicono che è giusto attendersi il ritorno in zona gialla» aveva detto il governatore Francesco Acquaroli.
L’Abruzzo rimane in zona rossa
Per le zone attualmente in zona gialla non sono arrivati cambiamenti. Liguria, Veneto, provincia autonoma di Trento, Lazio, Molise e le due isole, Sicilia e Sardegna, restano nella fascia delle aree meno a rischio. Al contrario l’Abruzzo rimane in zona rossa.
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