La spina renziana nel fianco di Conte, rottura al vertice sul Recovery Fund: «Scopriamo i piani del governo dalle interviste»
Il via libera ai progetti del governo per l’uso dei 209 miliardi del Recovery Fund e la definizione della cabina di regia con i sei manager non arriverà nel Consiglio dei ministri di questa mattina. I piani del premier Giuseppe Conte sono saltati dopo l’ultima frattura nella maggioranza consumatasi ieri, quando i due rappresentanti di Italia Viva, Maria Elena Boschi e Ettore Rosato, hanno abbandonato la riunione in videoconferenza con un click. I renziani sono irritati per essere rimasti all’oscuro sulla gestione dei fondi europei, a cominciare dalla governance, che prevede la guida politica di due soli ministri, quello agli Affari europei Amendola del Pd e quello dello Sviluppo economico Patuanelli del M5s.
I renziano però non ne fanno «una questione di poltrone», come ribadisce Matteo Renzi intervistato da la Repubblica, ma innanzitutto di coinvolgimento nelle decisioni, da cui finora sono rimasti del tutto esclusi: «Non possiamo conoscere i progetti di spesa del governo attraverso le interviste», si sono lamentati i due renziani ieri sera. Il riferimento è all’intervista di alcuni giorni fa dello stesso premier al quotidiano diretto da Maurizio Molinari, quando ha anticipato che sui 60 progetti del Recovery Fund e la task force che li dovrà gestire fosse tutto pronto.
Renzi attacca: «A luglio ho chiesto pubblicamente a Conte, in aula, di avere un dibattito parlamentare su questo tema, anche utilizzando agosto se necessario. Per mesi abbiamo ricevuto solo silenzio e task force. Poi all’improvviso, dopo tante dirette Facebook, in una intervista al direttore de la Repubblica il premier comunica agli italiani che è tutto già pronto e che ci saranno dei tecnici a gestire il tutto».
Renzi ripete anche oggi di aver archiviato l’idea del rimpasto, dice di non aver intenzione di aprire una crisi di governo, sempre però che il premier si fermi prima di chiedere il voto sui piani già pronti sui fondi Ue. In quel caso il mandato per le due ministre di Italia Viva sarebbe un irrevocabile no: «Spero che il premier si fermi prima di mettere ai voti una scelta non condivisa», aggiunge Renzi. L’avvertimento, mascherato da invito, è comunque per un cambio di metodo: «Questo modo di fare è solo sprezzante: è sbagliato» dice ancora il leader di Italia Viva. «Il futuro dell’Italia dei prossimi vent’anni non lo scrivono Conte e Casalino nottetempo».
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