Mes, verso l’intesa sul testo della risoluzione ma Iv non firma ancora. Risolta la frattura nel M5s. Domani il Cdm sul Recovery
Alla vigilia del voto del Parlamento, è stata raggiunta un’intesa politica sul testo della risoluzione per la riforma del Mes. Ma nonostante il via libera di Italia Viva alla risoluzione di maggioranza, i capigruppo renziani hanno fatto sapere che metteranno la loro firma in calce al testo su cui maggioranza e governo si sono accordati, soltanto dopo aver ascoltato l’intervento di Conte in Aula, facendo così capire che le parole che il premier pronuncerà domani saranno determinanti per il loro sostegno o meno. E l’intervento di Conte davanti al Parlamento, in vista del Consiglio europeo del 10 e 11 dicembre, sono in programma per le 9 alla Camera dei deputati e per le 16 al Senato.
Intanto, la spaccatura interna al M5s sembra – per il momento – essersi risanata. Certamente la bozza della risoluzione per la riforma del Mes non piace a tutti, ma il confronto di qualche giorno fa in assemblea M5s pare aver raffreddato gli animi. E se la famosa lettera dei 58 dissidenti non è stata del tutto archiviata, per ora è stata riposta in un cassetto. Nel caso in cui poi i cosiddetti duri e puri del Movimento (vedi Pino Cabras, Alvise Maniero o Raphael Raduzzi) pensassero domani di votare “no”, allora saprebbero che la scure dell’espulsione comincerebbe a pesare sulla loro permanenza nel Movimento.
Nella bozza su cui è stata raggiunta l’intesa politica si legge che la maggioranza impegna il governo a «finalizzare l’accordo raggiunto all’eurogruppo e all’ordine del giorno dell’eurosummit sulla riforma del trattato del Mes». E dal canto suo, il Parlamento nella sua interezza impegna invece il governo a ricordare che «questa riforma non può considerarsi conclusiva, vista la logica di pacchetto già ribadita dal Parlamento – si legge ancora nel documento che il Parlamento dovrà votare nelle prossime ore -, proprio alla luce delle ultime scelte realizzate in seno alla Ue che descrivono una nuova stagione di necessarie modifiche. A sostenere la profonda modifica del patto di stabilità e crescita prima della sua reintroduzione, la realizzazione dell’Edis». Un terreno comune trovato a forza visti i tempi stringenti e le scadenze incombenti.
Il testo impegna anche l’esecutivo a «sostenere il sistema europeo di assicurazione dei depositi bancari, e un processo che superi il carattere intergovernativo dello stesso Mes, che sono priorità per il nostro Paese per costruire una nuova stagione dell’integrazione europea». La bozza tiene poi conto dei cambiamenti negoziali apportati come l’anticipo del «common back stop del Fondo di risoluzione unico per le crisi bancarie e del nuovo contesto di politiche fiscali europee realizzate a partire dall’accordo UE sul Qfp del 21 luglio scorso e negoziato con Commissione e Parlamento Europeo».
Quanto al Recovery Plan la situazione è praticamente in stallo. Come noto, il Consiglio dei ministri di oggi è slittato – probabilmente – a domani sera. Stando a quanto circolato nelle ultime ore, dopo le comunicazioni al Senato (previste alle 16 di domani), il premier potrebbe avere una riunione con i capidelegazione o addirittura un vertice tra i quattro leader della maggioranza, soprattutto con il fine di sciogliere i nodi ancora esistenti con Italia Viva sui temi all’ordine del giorno.
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