Bassetti anti-panico sulla terza ondata: «Possiamo ancora frenarla. E basta dare la colpa a chi è andato in vacanza ad agosto»
Sull’arrivo di una terza ondata di contagi di Coronavirus è d’accordo anche il primario del san Martino di Genova, Matteo Bassetti. Ma con alcuni distinguo rispetto ai suoi colleghi che prevedono l’arrivo imminente di una nuova difficile stagione pandemica. Bassetti si conferma ottimista almeno sulla possibilità di poter attenuare l’impatto della terza ondata, così come sostiene anche Massimo Galli del Sacco di Milano. Con il quale però è in netto disaccordo nella ricerca delle colpe dietro la seconda ondata, che secondo Galli sono tutte da ricondurre all’estate sfrenata che ci siamo lasciati alle spalle.
«Una terza ondata è molto probabile» ha scritto l’infettivologo su Facebook, «ma meglio ci comporteremo ora, minori saranno i contagi e i problemi ospedalieri post-natalizi». Sull’arrivo di un’ulteriore impennata il professore del San Martino di Genova conferma un’alta probabilità dunque, ma che potrebbe essere frenata da un atteggiamento previdente e responsabile. Una previsione ma anche un appello da parte dell’infettivologo, che nel post sui social, invita tutta la popolazione a tenere ben presente cosa potrebbe accadere nel mese di gennaio. Il riferimento è al pericolo di mescolamento delle due infezioni, l’influenzale di stagione e quella da SARS-Cov-2, combo che potrebbe rendere peggiore l’impatto delle due malattie sull’organismo oltre che a rendere molto più complicata la rapidità di diagnosi.
«Basta accusare i vacanzieri»
«Anche oggi qui al San Martino abbiamo numerose dimissioni e complessivamente la situazione clinica dei pazienti Covid va meglio rispetto a 2-3 settimane fa» racconta il professore, cercando di mettere in luce un aspetto a sua detta spesso male interpretato. «L’estate e i suoi eccessi hanno solo parzialmente contribuito all’aumento dei casi di questo autunno/inverno», ha spiegato Bassetti, sottolineando come il vero moltiplicatore di contagi sia stato il ritorno alla vita normale e produttiva, «fatta di scuola, trasporti affollati e altre attività correlate».
Il riferimento è all’accusa fatta spesso ai vacanzieri dell’estate passata, ritenuti la principale causa della successiva seconda ondata. «Sarebbe ora di finirla di continuare a dare tutta la colpa della seconda ondata a chi è andato giustamente in vacanza» ha fatto sapere l’infettivologo. «Non è dando la colpa a uno o all’altro che si risolve il problema, ma cercando di imparare da eventuali errori commessi per non commetterli nuovamente».
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