Galli: «Non basta l’arrivo del vaccino per smettere di rispettare le regole, a cominciare da questo Natale»
«La seconda ondata ci è costata oltre 25 mila morti» e guardando più in là nel tempo, al periodo post natalizio, «c’è sempre il serio e fondato rischio» che i contagi tornino a salire, così come il numero di morti, a causa di una terza ondata di contagi da nuovo Coronavirus. Insomma, il professor Massimo Galli, primario del reparto di Malattie Infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, non lascia spazio né a equivoci, né a interpretazioni di sorta.
Già, perché la curva potrebbe tornare a salire dopo le festività natalizie, malgrado le restrizioni introdotte dal Governo con il Dpcm di Natale del 3 dicembre. Misure che, a detta del professor Galli, sono la dimostrazione di come «il Governo non voglia ripetere l’errore estivo», anche se tra le righe dell’intervista a La Stampa, lascia intendere che se che fosse stato per lui, forse, le misure sarebbero state più rigide o lievemente diverse.
«Anziché criticare la scarsa congruenza delle varie disposizioni – prosegue il primario del Sacco – bisogna cercare di fare del proprio meglio, altrimenti la terza ondata più che una minaccia è una promessa». Certo, secondo Massimo Galli «gli spostamenti tra i piccoli Comuni potrebbero anche essere consentiti», così come richiesto da molti governatori di Regione, «ma si deve tener presente che si tratta di regole per tutti, non facili da formulare».
Ma a prescindere da quelle che potrebbero essere le scelte dell’esecutivo guidato da Giuseppe Conte, l’arrivo e la portata di una terza ondata dipende sempre e comunque «dai comportamenti di tutti». Se da un lato il Governo ha il dovere di far rispettare le regole, dall’altro lato non bisogna allentare i sistemi di test e tracciamento dei contagi. Ma «Se gli italiani non si impegnano a rispettare le norme anti-contagio – taglia corto il professor Massimo Galli – la seconda ondata riparte e poi non resta che chiudere». Ancora. «E no – chiosa infine il primario del Sacco di Milano – non basta aspettare il vaccino senza fare nulla».
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