La ricercatrice italiana sottoposta al vaccino di Novavax: «Voglio dare un contributo alla società» – L’intervista
«Mi sono sottoposta al vaccino anti-Covid della Novavax (società americana che ha avviato una sperimentazione di fase tre e i cui risultati finali sono attesi per l’inizio del 2021, ndr). Si tratta di due dosi, che vengono somministrate a distanza di almeno 20 giorni l’una dall’altra. Noi volontari non prendiamo alcun compenso, soltanto un piccolo rimborso spese, nel mio caso un pound e 50 per le spese del bus. Chiaramente per il prossimo anno sarò monitorata con visite regolari. Mi hanno anche dato un pacchettino per effettuare tamponi fai da te in caso di sintomi sospetti». A parlare a Open è Agnese Lanzetti, ricercatrice di 31 anni, laureata a Pisa, che avevamo conosciuto a luglio.
50% vaccino, 50% placebo: come funziona la fase tre del Novavax
Da settembre Lanzetti vive e lavora a Londra: ha realizzato il suo sogno, quello di fare la ricercatrice al Museo di storia naturale, con un contratto di dottorato di due anni. «Quello a cui mi sono sottoposta – prosegue – si chiama tecnicamente double blind study con placebo. Significa che al 50 per cento dei partecipanti è stato dato un placebo, in questo caso soluzione salina, e all’altro 50 per cento il vaccino. Né io, né i ricercatori, che ho incontrato in queste due sedute, sappiamo quale dei due abbiamo ricevuto. Verrà comunicato alla fine della fase tre». Il motivo? Evitare che i volontari «possano modificare il loro comportamento, possano lasciarsi influenzare». O ancora capire se chi ha avuto il vaccino si ammala di Covid: «Questo è l’unico modo per testare l’efficacia del vaccino».
Il kit con il tampone fai da te
A tutti sono state fornite informazioni dettagliate e un kit di tamponi fai da te in caso di sintomi riconducibili al Covid. Dalla tosse alla febbre. Un cotton fioc da «mettere in bocca e nel naso» e da «spedire via posta» all’interno di un recipiente di plastica. I risultati dopo qualche giorno. A sottoporsi alla fase tre del vaccino Novavax non c’erano solo giovani ma anche anziani. «Ho scelto di sottopormi al vaccino – ci spiega – perché si tratta di un contributo che si dà alla società, come andare a votare. Volevo fare la mia parte. Sono giovane, non ho patologie né allergie, non rischio quasi niente». E, di certo, non lo ha fatto per soldi: «Qui non si ricevono compensi, al massimo il rimborso del biglietto del bus. Ma parliamo di un pound e 50».
Cosa sta succedendo a Londra
Agnese non ha mai avuto paura, sta bene e subito dopo l’iniezione è rimasta trenta minuti, «giocando col telefono», sotto osservazione per possibili effetti collaterali, «come lo shock anafilattico». Per fortuna è filato tutto liscio. Intanto a Londra la vita prosegue quasi normalmente: «C’è disinteresse, gli inglesi non sono particolarmente preoccupati. Londra non è vuota, è meno affollata del solito. Il museo in cui lavoro, tra l’altro, è aperto al pubblico con ingressi contingentati e solo su prenotazione». E più volte nel corso della nostra intervista parla di «pseudo lockdown».
I numeri del Regno Unito
Intanto nel Regno Unito – dove i contagi sono arrivati a 1.771.545 con 62.663 decessi, secondo gli ultimi dati della Johns Hopkins University – è cominciato il programma di vaccinazione di massa anti-Covid. Circa 3 milioni di persone saranno vaccinate entro la fine dell’anno con il vaccino Pfizer BioNTech. Le autorità sanitarie hanno già sconsigliato il vaccino a chi soffre di forti allergie.
Foto in copertina: OPEN | Agnese Lanzetti
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