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L’Oms e il documento critico con l’Italia censurato. L’autore al Guardian: «Mi vietano di parlare coi pm. Speranza conosceva quel testo un mese prima della sua rimozione»

11 Dicembre 2020 - 14:55 Sara Menafra
Il report spiegava che l’Italia non aggiorna il piano pandemico dal 2006. Il racconto di Zambon: «Potevamo salvare altre vite. Ranieri Guerra mi ha minacciato ma i miei capi non hanno fatto nulla»

Il caso del documento dell’Oms critico con l’Italia che sarebbe stato rimosso da internet su pressione del vicepresidente dell’organizzazione internazionale (e membro del Cts italiano) Ranieri Guerra finisce anche sulle pagine dei giornali internazionali. Ad occuparsi del caso, dopo un primo articolo quest’estate, è il quotidiano britannico The Guardian. Che ha convinto il capo del pool autore del documento a dire la sua, per la prima volta. E Francesco Zambon spiega non solo di essere stato minacciato da Ranieri Guerra, ma dice anche che il ministro della Salute Roberto Speranza conosceva il contenuto del suo lavoro almeno un mese prima della pubblicazione e successiva censura (mentre il ministro ha sempre detto il contrario).

La vicenda

Il giornale inglese ricostruisce alcuni passaggi della vicenda che per il pubblico italiano sono ormai noti, visto che Report ha raccontato la storia in due differenti puntate nel corso delle ultime settimane. Il documento, curato da un gruppo di ricercatori basato a Venezia, sarebbe stato pubblicato il 13 maggio scorso e rimosso neppure 24 ore dopo, sulla base delle richieste di Ranieri Guerra che – tra l’altro – avrebbe mandato mail di fuoco al capo dei ricercatori, Francesco Zambon. A mettere in imbarazzo l’Italia era soprattutto il fatto che il documento evidenziasse come il piano pandemico italiano non fosse mai stato aggiornato dal 2006 in avanti e che proprio per questo la risposta italiana alla pandemia da Coronavirus sarebbe stata «improvvisata, caotica e creativa».

La procura di Bergamo, che indaga sulla mancata risposta sanitaria alla pandemia (e sulle quasi tremila morti nel suo solo distretto che ne sono conseguite), ha acquisito il documento ma ora vorrebbe convocare i diretti interessati. Ranieri Guerra è già andato a parlare coi magistrati, «per iniziativa personale». Ai ricercatori, invece, a cominciare da Francesco Zambon, la stessa Oms ha imposto di non presentarsi perché protetti da immunità diplomatica.

Le parole del ricercatore

Zambon, spiega il Guardian, è stato convocato in procura tre volte, l’ultima ieri 10 dicembre. E tutte e tre le volte, l’Oms gli ha impedito di presentarsi:

Quando sono stato convocato per la prima volta, ho avvisato l’ufficio legale dell’Oms e a stretto giro mi hanno risposto che non potevo andare perché ero protetto dall’immunità diplomatica. Questo sebbene io avessi espresso la volontà di andare e specificato che avevo delle cose da riferire.

Zambon conferma anche di essere stato minacciato di licenziamento da Ranieri Guerra se non avesse cambiato il riferimento alle date sul piano pandemico. E anche di questo avrebbe parlato ai suoi superiori, spiegando i rischi per la neutralità del lavoro dell’Oms, senza però ricevere alcuna risposta. Lì per lì l’organizzazione, vera e propria costola dell’Onu, non avrebbe dato neppure alcuna spiegazione sulla rimozione del report, salvo pubblicare la scorsa settimana una nota in cui si parla di «inaccuratezze» nella versione finale. Non solo. Il ricercatore dice pure di aver inviato, un mese prima della pubblicazione, una sintesi del documento a Ranieri Guerra che, scrive il Guardian, lo «condivise con il ministro Speranza»:

Il rapporto non criticava il governo italiano ma metteva in evidenza le criticità affrontate durante la pandemia, a cominciare dal fatto che il piano pandemico era del 2006. Abbiamo verificato più volte questa informazione.

Speranza però, l’unica volta in cui ha dato dichiarazioni sul tema ha detto di non conoscere il testo. E in effetti, nelle mail tra Ranieri Guerra e il capo dell’Oms in Europa, alcune delle quali pubblicate da Report, i due parlano apertamente di come Speranza fosse innervosito dal documento. Guerra è piuttosto esplicito:

Non dimentichiamoci che ci hanno appena dato 10 milioni come contributo volontario sulla base della fiducia e come riconoscimento di ciò che abbiamo fatto finora… dopo sei anni senza niente.

La risposta dell’Oms

L’Oms ha mandato una mail al Guardian spiegando che mentre il rapporto veniva completato avevano deciso di coinvolgere i governi oggetto di analisi nelle revisioni dei testi, in modo che potessero anche loro verificare i problemi. Zambon però insiste che, se condivise, le sua conclusioni avrebbero potuto salvare altre vite:

Ho scritto disperatamente a tutti i miei capi, incluso il direttore generale sui pericoli che rappresenta bloccare un testo come il mio. La sua pubblicazione, oltre a poter salvare vite, avrebbe salvaguardato l’onore dell’Oms che per un conflitto di interessi personale non sta pubblicando informazioni su cosa possono insegnarci le esperienze dei paesi maggiormente colpiti dalla pandemia.

Alla convocazione in procura di ieri i suoi capi non hanno opposto un divieto formale, ma l’hanno informato di aver mandato una comunicazione al ministro degli Esteri Luigi Di Maio, in cui si dice: «Abbiamo chiesto a Zambon e agli altri ricercatori menzionati dalla procura di non presentarsi».

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