Gino Strada: «Pochi i 9 miliardi del Recovery per la sanità e smettiamola di dare soldi ai privati. A Natale? Resto in Calabria» – L’intervista
«La pandemia del Coronavirus ha messo a nudo le fragilità della nostra sanità, impoverita dai privati. Credo siano stati commessi molti errori nella gestione dell’emergenza, con le regioni che hanno preso la propria strada. Intanto non abbiamo protetto gli ospedali, non abbiamo rafforzato la medicina territoriale e abbiamo registrato comportamenti irresponsabili. Ancora, infatti, molti non hanno capito la gravità della situazione».
A parlare a Open è Gino Strada, fondatore di Emergency, chiamato dal governo a risollevare la Calabria dall’emergenza. La missione è iniziata da meno di tre settimane, e il medico freme. Spiega che l’intervento della sua organizzazione umanitaria c’entra poco con le tendopoli. E non fa sconti. Neppure al governo che l’ha voluto lì.
«Hanno detto che abbiamo allestito ospedali da campo – attacca subito – Mai fatti, pensate che stiamo creando un centro di chirurgia pediatrica in Uganda disegnato da Renzo Piano, altroché. Hanno detto che ero stato chiamato per fare il commissario, ma quando mai. Io non sono un manager né un avvocato. Sono un medico. Certo, il governo non ha fatto una bella figura con la nomina di tutti quei commissari in Calabria», aggiunge.
«Non sono più un ragazzino in perfetta salute»
Nonostante le polemiche, quando il premier Giuseppe Conte lo ha chiamato, Gino Strada ha risposto subito di sì. Senza pensarci un attimo: «Certo, ho un po’ di preoccupazione per la mia salute. Non sono più un ragazzino né sono in perfetta salute. Ma queste sono cose che vanno fatte per aiutare il nostro Paese. Intanto i nostri medici lavorano nella massima sicurezza, siamo molto rigidi perché il rischio c’è sempre».
Nello specifico Emergency, a Crotone, sta operando a stretto contatto con la Protezione civile: «Abbiamo già allestito un secondo reparto Covid con 31 letti, oltre a quello che c’è già. Poi ci stiamo occupando del tracciamento dei positivi, dei follow up dei malati a domicilio, vogliamo rafforzare le Usca (Unità speciali di continuità assistenziale, ndr) e gestiamo due tende dell’Esercito, allestite accanto all’ospedale di Crotone, con altri posti letto di riserva che, speriamo, non servano».
La polemica con il governatore Spirlì
Ma sono due le cose che Gino Strada proprio non digerisce, da quando ha accettato l’incarico. La prima è la polemica con il governatore della Calabria Nino Spirlì (che ha sostituito Jole Santelli, dopo la sua morte). «Dice che sono un missionario. Io missionario di cosa? Questo è parlare a vanvera. Il presidente della Regione fa affermazioni un po’ forti visto che nemmeno ci conosciamo. Tra l’altro, tramite il suo portavoce, ho chiesto un colloquio ma finora niente. Nessuna risposta. Le decisioni devono passare prima sul suo corpo? Ma io aiuto la Calabria, niente di più. Grande collaborazione, invece, da parte di medici e del nuovo commissario, il prefetto Longo. I cittadini, intanto, ci chiedono di tornare alla sanità pubblica».
«Basta soldi alla sanità privata»
Ed è proprio questo il secondo punto su cui Strada non si dà pace: «In Calabria hanno chiuso 18 ospedali. Diciotto. In 10 anni sono stati fatti ingenti tagli alla sanità e ora, anche se assumessimo nuovi medici, finiremmo solo per coprire i buchi lasciati da chi è andato in pensione. A dare una mano, in un momento di difficoltà come questo, potrebbero essere proprio gli specializzandi. Sarebbero un bell’aiuto». Un esercito di oltre 14 mila persone che vorrebbe mettersi al servizio del Paese già adesso ma che, allo stato attuale, risulta bloccato a casa (infatti non entreranno in servizio, se tutto va bene, prima del 15 gennaio 2021). Un paradosso all’italiana.
«9 miliardi del Recovery alla sanità? Sono pochi»
E sulle ultime scelte del governo, Strada aggiunge: «Ma cosa vuol dire ministro della Sanità? Serve un ministro della Sanità pubblica. Basta spostare risorse pubbliche verso la sanità privata che ci sottrae 25 miliardi di euro l’anno. Ai cittadini tutto questo non conviene affatto. 9 miliardi alla Sanità nel Recovery plan? Sono pochi ma la verità è che, se riuscissimo a recuperare i soldi della sanità privata, avremmo un Mes all’anno. Il privato faccia il privato, non usi i soldi pubblici. Intanto la politica cosa fa? Asseconda i loro interessi economici», continua.
«A Natale continuerò a lavorare»
Acciacchi o no, Strada sa già cosa farà, forse, per queste feste: «Cosa farò a Natale? Probabilmente continuerò a lavorare in Calabria, anche in quei giorni. C’è molto da fare. Sarà per tutti un Natale sobrio e a distanza. Poi, in previsione di una possibile terza ondata di Covid, trovo ragionevoli le misure introdotte dall’ultimo Dpcm (coprifuoco e divieto di spostamento tra comuni a Natale e Capodanno, ndr)».
I numeri dell’emergenza in Calabria
Gli ultimi dati che vengono dalla Calabria parlano di 370 ricoverati con sintomi, 24 persone in terapia intensiva, 9.382 in isolamento domiciliare. 9.776, invece, sono gli attualmente positivi, 373 le vittime, 19.175 i casi totali. È bene ricordare, infine, che la Calabria si trova ancora in zona arancione (prima era rossa). Adesso si spera, nei prossimi giorni, di passare in area gialla, un po’ come tutta Italia.
Foto in copertina: ANSA/ETTORE FERRARI
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