Via libera agli spostamenti tra piccoli Comuni, ma solo a Natale. A rischio il pranzo al ristorante: l’ipotesi verso il voto in Parlamento
Se qualche allentamento ci sarà per i giorni di festa, saranno pochi e limitati a casi circoscritti. La linea rigorista nel governo guidata dal ministro Roberto Speranza e da quello agli Affari regionali Francesco Boccia frena le ipotesi su possibili aperture generalizzate per il 25 e 26 dicembre e per il 1 gennaio. Troppo alti i rischi che i contagi di Coronavirus possano tornare a salire a gennaio, troppo alti già oggi con il numero delle vittime che ha portato ormai l’Italia a primo Paese europeo più colpito dalla pandemia. Mercoledì in Parlamento è prevista la votazione sulla mozione del centrodestra, che punta a riaprire i confini tra comuni per i giorni di festa. La maggioranza si riunirà nelle prossime ore per concordare una mozione con qualche concessione, ma senza stravolgere la linea dura imposta dal decreto legge del 2 dicembre che fa da cornice al Dpcm di Natale.
L’ipotesi più accreditata prevede che ci si potrà spostare fuori dal proprio comune solo nei centri sotto i 5 mila abitanti, tra comuni confinanti e comunque per non oltre 20 km. La trattativa nella maggioranza potrebbe prevedere una compensazione, con i ristoranti chiamati a pagare di nuovo un caro prezzo. A loro potrebbe essere chiesto di non aprire a pranzo proprio nei giorni di apertura dei confini comunali. Una decisione che potrebbe infiammare le polemiche con una settore già particolarmente vessato e che spingerebbe quindi la maggioranza a concedere gli spostamenti tra comuni solo per Natale.
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