Coronavirus, in Veneto 2.829 nuovi casi e 26 decessi. Zaia sugli assembramenti: «Non possiamo fare una legge su come usare il buonsenso»
Sono +2.829 i nuovi casi di positività al Coronavirus e +26 i decessi da ieri in Veneto, secondo l’ultimo bollettino regionale sulla pandemia. Nelle ultime 24 ore sono stati elaborati +21.779 tamponi. I nuovi positivi sono aumentati di +2.829 unità, portando così il numero totale dei casi sin dall’inizio dell’emergenza a quota 193.470. Attualmente il numero delle persone positive al SARS-CoV-2 nella regione è di 92.528 persone.
Ma a preoccupare è la pressione sugli ospedali, che non accenna ad allentare la morsa. Il numero complessivo dei pazienti positivi ricoverati nelle strutture ospedaliere venete è pari a 3.267 persone, di cui 2.894 in area non critica (+36, rispetto a ieri) e 373 in terapia intensiva (+4 rispetto a 24 ore fa). Sale ancora il numero dei decessi: +26, per un totale di 4.827 morti Covid sin dall’inizio dell’emergenza. Aumentano, di misura, anche i guariti: +35, per un totale di 8.613 pazienti guariti da marzo.
Zaia: «Resta alta la pressione sugli ospedali»
Il presidente del Veneto, Luca Zaia, ha voluto sottolineare che sebbene i dati sui nuovi casi facciano emergere una sorta di stasi nella crescita della curva dei contagi, la pressione sugli ospedali resta alta. Anzi, ancor più alta rispetto alla situazione di marzo. Già, perché se nelle terapie intensive a marzo si era toccato il picco con 356 pazienti ricoverati, oggi i pazienti ricoverati in area critica sono 373. Stesso discorso vale per le aree non critiche: se durante il picco della prima ondata i pazienti ricoverati con sintomatologia Covid erano stati al massimo 2.028, oggi sono 3.267, oltre 1.000 in più.
Zaia: «Difficile vincere la battaglia se non c’è collaborazione dei cittadini»
«Abbiamo visto le immagini degli ultimi giorni – ha proseguito il governatore veneto – e capite che alla luce di tutto questo è difficile vincere una battaglia se non c’è collaborazione dei cittadini». E a tal proposito Zaia annuncia che nelle prossime ore, in accordo con i sindaci, prenderà nuove iniziative per contenere gli assembramenti e le conseguenti possibilità di contagio, «ma è una sconfitta dal punto di vista sociale». «Non possiamo fare una legge su come usare il buonsenso – sottolinea Zaia -. A me sembra sempre più che ci sia una fetta della popolazione che delega alle istituzioni le proprie responsabilità», che dovrebbe essere invece individuale.
«Gli obiettivi che tutti dovrebbero aver ben chiari sono tre – ribadisce con forza Zaia – non ammalarci, non fare ammalare gli altri e non portare alla saturazione gli ospedali per non trovarci costretti a riconvertirli in ospedali Covid, rischiando quindi di privare di assistenza i pazienti che hanno bisogno di cure e servizi ordinari», come nel caso di screening tumorali, o per la cura di pazienti oncologici, così come per quanti affetti da patologie croniche, o ancora per quanti necessitano di ricovero – in sicurezza – non correlabile al Coronavirus.
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