Coronavirus, Rezza: «Incidenza casi ancora molto alta. Le scuole? Presto per dire se riapriranno a gennaio»
Con oltre 14 mila nuovi positivi e un rapporto di positività sotto il 10% i dati di oggi sul Coronavirus «sono contrastanti». A spiegarlo nella consueta conferenza stampa sull’analisi dei dati è il direttore della Prevenzione del ministero della Salute, Giovanni Rezza. Tuttavia, dichiara l’infettivologo, «il dato dei morti a 846 è davvero molto elevato e ciò indica che in questi 2–3 mesi il numero delle persone infettatesi è grande con una ripresa dell’epidemia imponente».
Le terapie intensive sopra la soglia critica
L’analisi delle terapie intensive mostra invece come «siamo ancora sopra la soglia critica», ha spiegato Rezza. Nelle singole Regioni, invece, è il Veneto a registrare anche oggi un numero di nuovi positivi elevato: «Sta sopra i 3 mila contagi con tasso di positività del 18%, mentre la Lombardia cala e c’è un netto miglioramento in Campania rispetto a un mese fa». Dati che dimostrano come la divisione in zone funzioni: «Le regioni che avevano incidenze più elevate – spiega Rezza – e che sono state sottoposte a misure più restrittive ora stanno meglio delle altre».
La riapertura delle scuole
Sulla scuola e il possibile ritorno in classe a gennaio Rezza dice che è «ancora presto per dire se potremo o no riaprire completamente le scuole, anche le superiori» dopo le feste natalizie, ciò perché «l’incidenza dei casi è ancora molto elevata e finché non abbassiamo l’incidenza è difficile parlare di riapertura delle attività».
Lockdown
Mentre la Germania impone un nuovo lockdown, Rezza chiarisce che «le misure parzialmente restrittive come ora hanno tenuto bassa la circolazione del virus e hanno permesso delle attività». Se non si prende alcun provvedimento alla fine – aggiunge Rezza – «saremo costretti a fare il lockdown generale, che è quello che si vuole evitare»
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