La Statale di Milano è la prima università in Italia a ospitare distributori di assorbenti a prezzo calmierato
Né lusso, né tabù. L’Università Statale di Milano è il primo ateneo in Italia a ospitare nelle proprie sedi dei distributori automatici di assorbenti a prezzo calmierato. L’iniziativa, portata avanti dalla lista studentesca UniSì, ha visto infine la luce dopo circa due anni dalla prima proposta presentata al Consiglio di Amministrazione dell’ateneo meneghino. Un’iniziativa portata avanti con forza dalle studentesse e dagli studenti, che si dicono «certi» che essersi «battuti per ottenere per la prima volta in Italia distributori di assorbenti a prezzo calmierato sia un primo importante passo verso cambiamenti fiscali e culturali».
Le polemiche sul prezzo degli assorbenti
Certo, non mancano però polemiche sull’iniziativa delle studentesse e degli studenti della Statale, dato che il costo calmierato per ogni singolo assorbente è di 0,20€, che in realtà è il linea con il prezzo medio per singolo pezzo dei prodotti in vendita nei supermercati, nelle farmacie o in altri esercizi commerciali. Tuttavia, come spiegato da fonti dell’UniSì, l’intento iniziale era quello di distribuire gratuitamente gli assorbenti nelle sedi universitarie. Ma se da un lato l’Ateneo non avrebbe potuto sostenere da solo l’intera spesa, dall’altro non erano presenti aziende o sponsor disponibili per ridurre a zero i costi del servizio. E pertanto, l’unica via percorribile, è stata quella della vendita al costo di 0,20€ a prodotto.
Il nodo dell’Iva al 22%
Ma è un primo passo, tant’è che altre università in Italia stanno progettando servizi simili, anche se restano sempre i nodi per riuscire a fornire gratuitamente assorbenti e tamponi. Il modello di riferimento è quello della Scozia, dove da anni, nelle scuole e nelle università, i prodotti per le mestruazioni vengono distribuiti gratuitamente. Proprio la Scozia è diventato il primo Stato al mondo a permettere l’accesso gratuito e universale ai prodotti per le mestruazioni per far fronte alla period poverty.
A detta dalla lista studentesca UniSì, «lo Stato Italiano dimostra tuttora un atteggiamento antiprogressista in tema di assorbenti femminili, sia da un punto di vista fiscale, con l’Iva ancorata al 22%, sia da un punto di vista culturale, dove il ciclo mestruale è considerato ancora un tabù». Del resto, in Italia, l’unico timido tentativo di detassazione degli assorbenti è avvenuto nel 2019, anche se nel frattempo è stato presentato un emendamento al disegno di legge di Bilancio per portare l’Iva al 5% su tutte le tipologie di prodotti per le mestruazioni. Nel mentre l’imposta su assorbenti e tamponi resta al 22%, come per i beni di lusso. Quando il ciclo, un lusso, non è.
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