Arcuri sul piano vaccini, prime dosi dopo Natale, a gennaio si parte davvero: «Dai medici, poi 11 milioni di over 60 entro marzo»
Dopo l’ok delle regioni al piano vaccini, i prossimi passi decisivi prima del V-Day (il giorno in cui dovrebbero partire le vaccinazioni anti-Covid in tutta Europa) sono la riunione dell’Agenzia europea per i medicinali (Ema), prevista per il 21 dicembre, e dell’Agenzia italiana del farmaco (Aifa). Dopodiché si dovrebbe procedere velocemente alle prime vaccinazioni anche in Italia, negli ultimi giorni di dicembre in forma sostanzialmente simbolica, prima di passare alla prima grande vaccinazione di massa a gennaio 2021. Sempre che vada tutto liscio: il Commissario straordinario Domenico Arcuri dice di sì. «Noi siamo pronti – dichiara Arcuri in un’intervista al Corriere -. Non perderemo neanche un minuto e non conserveremo una sola dose nei nostri magazzini. Sarebbe intollerabile».
Chi sarà vaccinato per primo
Secondo il Commissario dunque i presupposti per condurre a buon fine l’operazione vaccino ci sono. Tutto dovrebbe essere a posto con la logistica: «Ci sono gli hub, la dotazione delle celle frigorifere e il sistema di distribuzione è già pronto a partire». Anche l’ordine delle vaccinazioni è stato chiarito, almeno per quanto riguarda la prima tranche: prima il personale sanitario, poi 11 milioni di italiani sopra i 60 anni. «Nella seconda fase di vaccinazioni dovranno rientrare anche i lavoratori che svolgono servizi essenziali che li mettono a rischio: forze dell’ordine, scuola, trasporto pubblico e anche le carceri».
La fase due: vaccinazioni di massa
La data di inizio della seconda onda di vaccini è ancora da chiarire. «Non sappiamo esattamente quando – continua il Commissario -, perché dipenderà da autorizzazioni e produzione dei vaccini. Potrà essere nel primo trimestre del 2021». Sempre che tutto fili liscio anche con le Regioni. La Campania, per esempio, si è già ribellata a ciò che definisce «evidenti e immotivati squilibri fra le quote destinate alle diverse Regioni». La regione presieduta da Vincenzo De Luca dovrebbe disporre di 135.890 dosi, contro le 304.955 dosi per la Lombardia, che però conta 356.824 tra operatori sanitari e sociosanitari, personale e ospiti delle Rsa, su un totale di 1.874.323.
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