Vaccini anti-Covid dal 27 dicembre ma in Italia mancano medici e infermieri. E le dosi rischiano di non bastare
Le vaccinazioni, in Italia, potrebbero partire già il 27 dicembre, a sentire il ministro della Salute Roberto Speranza. Ma è probabile che, alla fine, si entrerà nel vivo solo a gennaio quando saranno vaccinati, per primi, medici e infermieri. Ovvero i soggetti più a rischio, quelli che hanno pagato un duro prezzo nella lotta al Covid-19. Ma attenzione, per vaccinarli servirà personale – che al momento non c’è – e soprattutto occorrerà un numero di dosi che possa bastare per tutti. E anche in questo caso tanti dubbi e poche certezze.
Assunzioni lampo: 3 mila medici e 12 mila infermieri. Ma quando?
L’unica buona notizia è che, secondo quanto si apprende, verrà schierato un esercito di 3 mila medici e 12 mila infermieri. Un piano di assunzioni lampo che potrebbe essere finanziato con un emendamento alla manovra e che servirà a garantire l’attuazione del piano vaccini, previsto dal piano Arcuri. Basteranno davvero 3 mila medici? E soprattutto quando verranno assunti? Il governo avrebbe pochissimo tempo per farlo. Oggi è il 17 dicembre: tra dieci giorni esatti, stando alle parole del ministro, dovrebbe cominciare la campagna di vaccinazioni e, dunque, dovrebbe essere disponibile un numero adeguato di medici e infermieri per la somministrazione del vaccino.
Dal 16 dicembre – come ricostruisce il Sole24ore – è stato attivato un portale che consente al personale sanitario di candidarsi. Il contratto dovrà essere stipulato dalle agenzie per il lavoro selezionate con un bando che si chiuderà il prossimo 28 dicembre. Non è troppo tardi? Chi aiuterà, intanto, medici e infermieri già in affanno? Anche perché, è bene ricordarlo, i numeri sono più che rilevanti.
Le dosi di vaccino basteranno per tutti?
Si parla, solo nella prima fase, di 1,8 milioni di persone (tutto il personale sanitario di ospedali e Rsa) che corrispondono ad oltre 3,5 milioni di dosi. Andrà ancora peggio nella seconda fase con gli over 80 e la fascia 60-79: in questo caso dovrebbero essere vaccinate rispettivamente 4,5 milioni di persone e 13,4 milioni. A seguire i 7,4 milioni di pazienti fragili. Vaccinazioni che dovrebbero proseguire fino a giugno, sempre che ci siano dosi sufficienti. Tutti gli altri dovranno attendere.
Come spiega sempre il Sole24Ore, infatti, il rischio è che non bastino di certo i vaccini di Pfizer e Moderna e che, dunque, sarà fondamentale il contributo di Johnson&Johnson e AstraZeneca. Quest’ultima dovrebbe garantire 40 milioni di dosi di cui 16 milioni nei primi tre mesi. E se non dovesse arrivare in tempo l’autorizzazione? E se venisse dato il via libera al vaccino di AstraZeneca solo per gli under 55? Il risultato sarebbe quello di lasciare scoperte le categorie a rischio.
Foto in copertina di repertorio: EPA/ETIENNE LAURENT
Leggi anche:
- In Calabria medici in rivolta contro il piano vaccini: «Nessuno ci ha avvisati». E scrivono una lettera di protesta
- Piero Angela: «Mi vaccinerò perché mi fido della scienza. L’alternativa è solo aumentare il rischio di ammalarsi»
- Il 27 dicembre è il V-Day, il primo giorno di vaccinazione contro il Coronavirus in Europa. L’annuncio di von der Leyen
- Arcuri sul piano vaccini, prime dosi dopo Natale, a gennaio si parte davvero: «Dai medici, poi 11 milioni di over 60 entro marzo»
- Alla Lombardia il maggior numero di dosi del vaccino Pfizer: ecco i dati, Regione per Regione – Il documento
- Via libera al piano vaccini: si punta a partire subito dopo Natale. Alle Regioni il 90% delle dosi richieste
- I ministri della salute di Belgio, Francia, Germania, Italia, Lussemburgo, Olanda, Spagna e Svizzera: «Avviamo insieme la campagna vaccinale»
- L’annuncio di von der Leyen: «Probabile che i primi europei siano vaccinati prima della fine del 2020»
- Il viceministro Sileri: «Rischiamo che solo il 30% degli italiani farà il vaccino: serve renderlo obbligatorio»